Una vita per la ricerca e per la sanità, ma anche per la pace: è la vita di Umberto Veronesi, che Giuseppe Sangiorgi racconta nel documentario con la regia di Luca Mancini che Rai Cultura propone in prima visione questa sera alle 21.10 su Rai Storia per la serie “Italiani”, con l’introduzione di Paolo Mieli.

A parlare di lui, tra gli altri, sono il figlio e direttore d’orchestra Alessandro Veronesi, i figli e chirurghi Paolo e Giulia Veronesi, l’onorevole Emma Bonino, il presidente Giuliano Amato, e la professoressa Adriana Bonifacino, oncologa ed allieva di Veronesi.

Umberto Veronesi nasce a Milano il 28 novembre 1925 da una famiglia di umili origini, quinto di sei figli. Sarà la madre Erminia Verganti a occuparsi di loro, seguendoli nella crescita e facendoli studiare. Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo essere sopravvissuto all’esplosione di una mina nel 1944, entra nella Resistenza, sfuggendo alla cattura delle SS. Nel 1951 si laurea in medicina.

Pensa inizialmente di specializzarsi in psichiatria, decide poi di dedicarsi alla lotta contro il cancro, che segnerà tutta la sua vita di medico e di ricercatore. Ancora studente inizia a frequentare l’Istituto nazionale dei tumori a Milano, del quale diventa direttore nel 1975. Dopo anni di studi, compie una vera e propria rivoluzione chirurgica nella trattazione del tumore al seno introducendo una tecnica operatoria rispettosa del corpo femminile, ossia la quadrantectomia sostituendola alla mastectomia, quando possibile. Il successo di Veronesi sarà consacrato da una dozzina di lauree honoris causa ricevute nei più diversi Paesi del mondo.

Tra le sue battaglie, quelle della lotta al fumo, per il testamento biologico, per il disarmo, la creazione dell’Istituto Europeo di Oncologia, ospedale d’eccellenza nella cura del cancro, la fondazione di Science for Peace perché l’aspirazione alla pace e alla libertà, sosteneva, è nel DNA del genere umano. Dal 2003 la Fondazione Umberto Veronesi è uno dei maggiori centri per lo studio e la lotta ai tumori e per il progresso della scienza medica. Morirà a Milano l’8 novembre 2006.