Articolo pubblicato sulle pagine dell’AdnKronos di Elena Davolio

“Certamente l’ideale per l’Italia e per una democrazia è avere un governo politico e questa non potrà che essere una parentesi”, un “momento di riflessione” nel quale la politica riesca finalmente ad avviare una riflessione su “incomprensioni” e “crisi di identità”, con l’obiettivo “di vincere la pandemia e di rispondere ai bisogni dei cittadini”. Padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà Cattolica, attento e fine osservatore della politica del Paese, in una intervista all’Adnkronos riflette sullo stato delle cose nel giorno dell’incarico affidato da Mattarella a Mario Draghi per formare un governo dopo il naufragio della trattativa per il Conte ter. Spadaro riserva parole di stima anche per Giuseppe Conte visto come “risorsa” per il quadro politico che si andrà a delineare.

Pur riconoscendo che la soluzione ideale sarebbe un governo politico, il gesuita invita a fare tesoro di quella che “potrebbe essere una parentesi intesa come momento di riflessione, momento in cui gli elementi di difficoltà emersi, le tensioni, le incomprensioni e le crisi di identità dei singoli partiti possano diventare tema di riflessione avendo però davanti l’obiettivo di vincere la pandemia e di rispondere come ha detto Draghi alle esigenze dei cittadini”.

Il direttore della Civiltà Cattolica ricorda che “la figura di Draghi è stata protagonista di una delle fasi più complesse della storia recente dell’Europa e quindi il suo contributo è stato importante per salvare l’unione monetaria, certamente è stato in grado di portare avanti decisioni innovative e audaci ma anche capace di analisi rigorose e secondo me questo sarà l’atteggiamento che terrà nel cercare di trovare una base solida per un governo. Quindi si confronterà con i partiti, e penso che, con il rigore che lo ha sempre caratterizzato, cercherà di capire quali sono le richieste che vengono fatte, di capire le tensioni che ci sono”.

Padre Spadaro ha ascoltato il discorso di Draghi dopo avere accettato l’incarico con riserva: “Ha parlato di un dialogo non solo con i partiti ma anche con le forze sociali per cercare di dare una risposta responsabile e positiva alla richiesta del Presidente della Repubblica”.

Il gesuita spin doctor del Papa riflette su come si sia arrivati ad un governo del Presidente: “Anche nei giorni precedenti ho avvertito una disconnessione tra le esigenze della gente e la politica. Con una comunicazione politica incerta, anche per gli osservatori esterni presi alla sprovvista da una crisi inimmaginabile” in un momento in cui il Paese è già provato a causa della pandemia. Il gesuita registra anche una sorta di trasformazione interna delle forze politiche: “Sia le coalizioni sia i partiti stanno subendo una modificazione accelerata dalla crisi”.

Padre Spadaro preferisce non parlare di “colpe” per cui si è arrivati alla crisi di governo con le successive esplorazioni andate fallite: “Considero però il quadro generale ed è come se fosse esploso il vaso e il senso delle coalizioni. Non ci sono più confini di destra e sinistra”. Il gesuita pensa che ora sarà importante la posizione nei confronti dell’Europa e invita a non abbassare la guardia davanti al “rischio sovranismo” sempre dietro l’angolo.

Il direttore di Civiltà Cattolica torna alle parole drammatiche del Capo dello Stato della serata di ieri: “Mattarella è stato efficacissimo, non ha nemmeno escluso le elezioni perché sono espressione democratica di un Paese ma d’altra parte, con indicazioni che definirei pedagogiche, ha spiegato i rischi legati al momento. Di fronte al suo appello ora le forze politiche devono fare il possibile per trovare una convergenza”.

Padre Spadaro guarda anche ai rischi che ci potranno essere con un governo tecnico con eventuali “decisioni impopolari“ che porteranno all’inevitabile “smarcamento” delle forze politiche: “E’ chiaro che i governi istituzionali e tecnici – ribadisce Spadaro – non sono ideali per la democrazia. Questa sarà una pausa di decantazione”.

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