Grande confusione sotto il cielo del centro della politica italiana. La promessa della legge elettorale proporzionale crea fibrillazione in quasi tutti gli schieramenti politici. Convinto della lezione di Bobbio ( “ Destra e sinistra- Ragioni e significati di una distinzione politica”- Donzelli editore 1994 ) condivido l’idea che destra e sinistra abbiano ancora un senso e che, nella nostra attuale fase politica, questa idea si declini anche con quella della dicotomia tra sovranisti nazionalisti e europeisti fedeli agli ideali dei padri fondatori.

Ho combattuto per oltre vent’anni per la ricomposizione dell’area democratico cristiana e cattolico popolare, dovendo constatare amaramente il fallimento del progetto. Troppe le divisioni e le dispute suicide di sabotatori seriali esterni e interni a ciò che resta della DC storica, partito “mai giuridicamente sciolto”.

Mi auguro che qualcosa di nuovo possa accadere, grazie allo sforzo di amici generosi che continuano quest’ultima battaglia, cui ho dedicato molte energie rivelatesi, almeno sin qui, insufficienti e inefficaci. Il rischio che si corre oggi, è che finisca col prevalere l’illusione renziana di “un centro che guarda a sinistra”, ridotto al partito di un altro solitario conducator, incapace di operare in squadra all’interno di un partito plurale e democratico.

Prevale in Matteo Renzi, infatti, l’idea di una leadership carismatica e solitaria sostenuta da seguaci fedelissimi e ossequenti cui impartire ordini. Alla vigilia del referendum del 4 Dicembre 2016, constatammo che “ il Bomba” ( lo pseudonimo affibbiatogli dai suoi amici adolescenti fiorentini per la sua ben nota capacità a spararle grosse) seguiva la logica dei poteri finanziari forti ( JP Morgan e C. per i quali: “ la Costituzione italiana era troppo socialista”) e fummo tra coloro che vollero attivare il comitato dei Popolari per il NO, con il quale contribuimmo alla vittoria contro le proposte del “giovin signore fiorentino”.

Oggi temiamo di esser passati dall’egemonia-dominio del conducator meneghino, Matteo Salvini, a quella del “ Bomba” fiorentino che, nonostante il merito indubbio per aver contribuito al superamento del dominio salviniano, di fatto, tiene in ostaggio il parlamento e il governo con la compagnia di ventura dei suoi voltagabbana. Un manipolo di parlamentari espressione della più sciagurata e triste fase del trasformismo politico italiano.

Ritengo che un nuovo centro serva alla politica italiana, ma deve essere il risultato di una vasta e plurale unione di componenti laiche, democratiche, popolari, liberali e riformiste, europeiste, trans nazionali, che condividono i valori dell’umanesimo cristiano e si pongono in alternativa alla deriva nazionalista e populista a dominanza salviniana e alla sinistra che, in tempi brevi, si ricomporrà nel Partito Democratico. Dubito che il centro renziano “ Italia viva” possa corrispondere a quest’idea. Sono assai più forti, se non prevalenti, le motivazioni di potere che attengono alla prossima spartizione delle centinaia di nomine pubbliche che il governo farà e all’elezione del futuro presidente della Repubblica. Data questa ultima, il 2022, sulla quale Renzi ha annunciato di traguardare la sopravvivenza della legislatura.

Il sistema elettorale proporzionale, che mi auguro possa essere alla tedesca, con uno sbarramento al 3-4 %, un premio alla lista che ottenga almeno il 41% dei voti, al fine di garantire la governabilità del sistema e con l’introduzione della sfiducia costruttiva ( un governo non decade se in parlamento non si forma una nuova maggioranza), potrà favorire la nascita di questo centro. Un partito che non potrà essere espressione di “ un uomo solo al comando”, ma dovrà essere fortemente partecipato e guidato da regole democratiche, come indicato dall’art. 49 della Costituzione. Un partito aperto alla collaborazione con quanti s’impegnano nella difesa e nell’ integrale attuazione della Costituzione repubblicana.

Penso che con gli amici della DC storica, i popolari sin qui sparsi in varie sedi, quelli de “la rete bianca”, di “Politica insieme”, di “ Costruire insieme” e della “Confederazione di sovranità popolare (CSP)”, insieme agli ex PD, come gli Onn. Giacchetti e Calenda, agli amici di Forza Italia disponibili con Gianfranco Rotondi e ad altri riformisti liberali, socialisti e repubblicani, si possa attivare un processo di ricomposizione al centro con le caratteristiche di partecipazione democratica e dagli obiettivi sinteticamente indicati. Un contributo decisivo, infine, potrebbe venire anche dagli amici del M5S e dal premier Conte che, già oggi, costituiscono oggettivamente il centro del governo giallo-rosso.