I cinque stelle sull’orlo del precipizio

Archiviata anche questa tornata elettorale, attendiamo con interesse, il prossimo evento

L’Abruzzo è una cosa a se stante perché i comportamenti politici italici divergono a ogni piè sospinto.

Uno che dovesse guardare dall’esterno che cosa è capitato ieri, non riuscirà a trovare un senso delle cose. Ad essere però corretti, l’unica stella polare che non si muove in questo cielo strano è il movimento cinque stelle. Solo era e solo è rimasto. Con un risultato a dir poco mediocre, anzi che rasenta un dimezzamento in un anno, ma almeno si soddisfa nella sua solitudine.

La Lega sicuramente ha vinto, il suo lusinghiero risultato del 25% circa, la proietta al primo posto nella classifica dei partiti; ma il commentatore resterà stordito perché in questa tornata regionale, Salvini riabbraccia nuovamente Berlusconi e la Meloni, ma, uscito di stanza, soggiornerà nuovamente con Di Maio. L’osservatore sarà indotto a consultare qualche libro che lo illumini sui comportamenti schizofrenici: nello stesso tempo essere da una parte ed essere anche dall’altra.

L’unica a essere fortemente inorgoglita dal risultato è Giorgia Meloni, che con una percentuale contenuta, ha collocato in sella alla Regione un romano, suo fedelissimo, il neo Presidente Marsilio.

Berlusconi, per quanto non abbia raggiunto le cifre dell’anno precedente sembra comunque, in discreta salute. È ancora lì, non ha lo scettro del primato ma non è ruzzolato  verso il fondo. Insomma, è ancora pronto per giocarsela alle europee.

Sorprendente il buon risultato del centro sinistra, il 31% segna un netto miglioramento rispetto alla magrezza del 2018. Però, va distinto il risultato ghigliottinato del Pd, che raggiunge il 10-11% e quindi segna una sorta di Caporetto del centro Italia; ma la somma di tutte le altre liste, fa conseguire il secondo posto in Regione del suo candidato Presidente. Anche qui il commentatore sarà indotto a sfogliare il testo di cui sopra. Perché? Il Pd, a differenza di quanto sta accadendo a livello nazionale, qui ha inteso contaminarsi con tutte le espressioni del mondo civico e della sinistra. Solo Dio sa come combinare questi comportamenti in terra di Abruzzo con le politiche promosse da Renzi, Martina, Giachetti e anche Zingaretti, che su questo fronte potrebbe essere più vicino alla esperienza abruzzese, ma che non è stato ancora sufficientemente chiaro su questo fronte politico.

Archiviata anche questa tornata elettorale, attendiamo con interesse, il prossimo evento: tra quindici giorni capiterà l’elezione in Sardegna. Che cosa ci riserverà? Non lo sappiamo ancora, ma i dati di ieri fanno presagire un destino prossimo a quello odierno. Vedremo.