Nessuno sa, ad oggi, quale sarà l’epilogo finale di una intricata e sempre più misteriosa crisi di governo. Abbiamo una sola certezza, però, accompagnata da una sola fiducia. La soluzione è soprattutto nelle mani, ma purtroppo non solo, di un uomo che oggi più che mai rappresenta un faro della democrazia e, soprattutto, una pietra angolare per la credibilità delle stesse istituzioni: il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Vedremo nei prossimi giorni, comunque, come finirà.

Ma già adesso possiamo dire, senza tema di essere smentiti, che parlare oggi di coerenza e di credibilità politica del centro sinistra, del centro destra o, addirittura, del movimento antisistema e populista dei 5 stelle, si sarebbe travolti da una grassa risata.

Il centro destra viene annunciato ed invocato a giorni alterni. Denigrato a livello nazionale dal suo mattatore Salvini e salvato a livello locale e regionale da tutti i contraenti.

Un mistero politico che ormai non viene più spiegato neanche dai protagonisti talmente è intricata la matassa ed ingarbugliata la soluzione. Insomma, una gloria del passato che viene ricordata come un possibile auspicio per il futuro. Nel frattempo i comportamenti quotidiani dei vari partiti di centro destra sono del tutto slegati gli uni dagli altri e privi di qualsiasi credibilità nel dar vita ad una coalizione.

Il centro sinistra, o meglio l’ex centro sinistra, è il più simpatico di tutti. Dopo aver predicato per anni la “vocazione maggioritaria” del Partito democratico che nel frattempo è diventata sinonimo di “vocazione minoritaria”, dopo aver sostenuto che la coalizione si può costruire solo con partiti che ricevono l’autorizzazione del segretario nazionale del partito di maggioranza relativa, cioè l’ormai famoso “lodo Calenda”, dopo aver insultato e denigrato per anni il movimento di Grillo e Casaleggio, adesso addirittura si propone un “patto di legislatura” tra il Pd il movimento dei 5 stelle sottoscrivendo un accordo politico e programmatico organico per molti anni.

Roba per stomaci forti e pelle dura. Altroché coerenza, lungimiranza, trasparenza e serietà politica. Il tutto, come da copione, per arginare il solito “pericolo fascista”, la deriva autoritaria e il rischio dittatura. Per 25 anni contro Berlusconi e adesso contro Salvini. Appunto, tutto secondo copione.

Per non parlare, in ultimo, del movimento dei 5 stelle che nell’arco di pochi giorni è passato dal descrivere il Pd come il “partito di Bibbiano” a partito con cui si può e si deve stringere una alleanza politica di lunghissima durata perché, come dicono dalle parti del Nazareno, c’è una perfetta condivisione dei due partiti sui principi fondanti della democrazia e della azione di governo.

Un triplo mistero.

Ora, senza addentrarsi ulteriormente in questo vicolo, del resto sempre più cieco, l’unica
considerazione politica che si può fare è questa: e cioè, è tramontata, almeno per il momento, quella concezione che vedeva i partiti come strumenti politici che erano portatori di una visione politica generale da un lato e artefici di una strategia delle alleanze dall’altro. Tesi e strategie sacrificate scientificamente sull’altare della contingenza politica e dei vari opportunismi in campo.

Ecco perché, all’indomani della soluzione della crisi di governo, sempre che sia possibile in tempi brevi e con un esito che non scada nel ridicolo, è sempre più indispensabile e necessario riqualificare la politica e gli stessi comportamenti politici con attori e protagonisti – cioè partiti – che coltivano l’obiettivo di indicare una visione di società da un lato con una prospettiva di alleanze coerenti e lungimiranti dall’altro. Solo così sarà possibile evitare la  crescita dell’astensionismo e la consegna politica dei territori periferici prima e dell’intero paese dopo a forze e movimenti che individuano proprio nel profilo dell’uomo forte e nell’ordine e nella disciplina la soluzione dei problemi complessi e articolati di una comunità.