Il “benessere/disagio” delle famiglie: aggiornamento del IV trimestre 2021 del Barometro nazionale Cisl.

 

Lo studio, curato dalla Fondazione Ezio Tarantelli per conto della Cisl, si articola nei seguenti capitoli.

 1 – Il barometro delle famiglie: è terminata la ripresa, inizia una nuova fase di peggioramento? 2 – Le incertezze del quadro economico. 3 – L’evoluzione della pandemia e le strozzature d’offerta. 4 – L’aumento dei prezzi dell’ energia e l’aumento dell’inflazione. 5- La guerra in Ucraina e i prezzi dell’energia in Europa. 6 – Le prospettive per le famiglie italiane: gli effetti dell’aumento dell’inflazione sui salari. 7 – Le tendenze del mercato del lavoro. 8 – Le dinamiche territoriali dell’occupazione e della disoccupazione. 9 – Retribuzioni lorde, nette e prezzi.

Di seguito riportiamo i primi due capitoli, dando altresì la possibilità di accedere al testo completo attraverso il link a fondo pagina.

 

Redazione

 

1 – Barometro delle famiglie: è terminata la ripresa, inizia una nuova fase di peggioramento?

  

Nel corso del 2021 tutti i Paesi europei sono stati attraversati da una fase di rafforzamento dell’economia dopo la forte contrazione osservata nel 2020. Molte econo- mie hanno raggiunto, quindi, i livelli del Pil prevalenti prima della crisi, e altre, fra cui l’Italia, si sono portate poco al di sotto di tali livelli.

 

La ripresa del 2021 in Italia ha anche permesso di migliorare le condizioni di benessere delle famiglie. Il Barometro Cisl ha continuato a migliorare nel corso dell’anno, superando nel quarto trimestre i livelli pre-pandemia.

 

Tale miglioramento non investe in maniera uniforme le diverse componenti dell’indice. È prevalentemente trainato dall’indicatore del dominio “Attività economica”, che ha beneficiato del recupero dei livelli del Pil. Ha visto anche un rafforzamento del dominio della “Coesione sociale”, soprattutto a seguito di un andamento relativamente meno negativo delle regioni del Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord, e della riduzione delle distanze fra giovani e adulti; ma soprattutto sembrano ridimensionarsi le distanze di genere in tutte le ripartizioni territoriali. Tuttavia, il miglioramento dell’economia ha sinora avuto effetti limitati sul dominio dei “Redditi”, dove si sono già avvertiti i primi effetti degli aumenti dell’inflazione, e dove in prospettiva la tendenza non potrà che peggiorare ulteriormente. Inoltre, il quadro del mercato del lavoro è ancora molto incerto: a fronte di evidenti miglioramenti nelle misure relative alla quantità di lavoro, soffrono tutti gli indicatori della qualità del lavoro, principalmente a causa dell’aumento dei contratti a termine e quindi dell’incidenza del lavoro precario.

 

2- Le incertezze del quadro economico

 

Dopo la fase di miglioramento osservata lo scorso anno, l’economia ha iniziato di nuovo a perdere terreno. In particolare, le prospettive, che già scontavano una elevata incertezza per effetto della pandemia, sono peggiorate a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina. Gli straordinari elementi di incertezza che condizionano le prospettive aprono alla possibilità di diversi scenari, anche di estrema gravità se le cose dovessero evolvere nella direzione peggiore. È importante che la politica eco- nomica sappia affrontare questa nuova fase di crisi dotandosi di strumenti adeguati per scongiurare i rischi di una nuova recessione, che potrebbe avere conseguenze gravi sul tessuto socio-economico del Paese.

 

Le caratteristiche della crisi stanno, infatti, cambiando. Nel passato biennio le interruzioni della produzione sono state legate soprattutto alle misure di restrizione all’attività, introdotte allo scopo di limitare la diffusione del contagio. La politica economica è intervenuta soprattutto attraverso misure di ristoro a favore dei lavoratori e delle imprese dei settori bloccati dalle misure di distanziamento.

 

La fase attuale vede invece materializzarsi soprattutto uno shock energetico, che impatta sull’inflazione determinando una contrazione ampia del potere d’acquisto delle famiglie. Uno shock di questa natura richiede sforzi nella direzione della sostituzione delle fonti di approvvigionamento, in modo da ridimensionare la dipendenza energetica dalla Russia. Inoltre, come si sta già facendo, occorre rafforzare le misure di attenuazione dei rincari dei prezzi a carico delle famiglie, e di limitazione dei costi per le imprese, anche per spegnere sul nascere i rischi di una spirale inflazionistica.

 

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