Un punto fermo. Ogni lettura non può che essere storica. Tratta cioè della vita di noi uomini e questa è  leggibile solo in chiave storica. Questo ci insegna Sturzo e questo di recente ha chiaramente ribadito anche papa Francesco. 

Ogni assolutizzazione di fatti e di pensiero è un’astrazione prodotta dalla ragione umana. Sottostanno alla legge della storia anche le affermazioni dogmatiche della Chiesa, figuriamoci del resto! Anche le riflessioni di Sturzo, di De Gasperi e di Moro sono soggette alla lettura storica e vanno quindi storicizzate, non assolutizzate. 

Cosa voleva dire quindi la famosa frase di De Gasperi? A mio avviso questo: perché tanto popolo si rivolge a sinistra? Quale popolo? Quali i motivi? A questi interrogativi secondo De Gasperi bisognava rispondere e quindi offrire risposte che soddisfacessero quegli interrogativi, risposte che fossero compatibili con il patrimonio di cultura politica espresso allora dalla Dc. 

Non vi è quindi il pericolo che qualcuno adombra di una risposta ondivaga o peggio qualunquistica e utilitaristica. Ogni fatto e ogni riflessione sono sotto il segno della relatività storica e della coerenza di pensiero e di azione. Ma anche ogni lettura di tipo fisso è astratta, frutto di ideologizzazione o di alienazione, al limite anche di semplice pigrizia mentale o addirittura di convenienza. 

Tutto è storia. Questo a mio parere. La lettura della famosa frase di De Gasperi rivolta all’oggi è dunque la seguente: perché tanto popolo si rivolge oggi a sostenere le scelte di talune forze politiche? Quale popolo? Quali le istanze? Come dare risposte a questi interrogativi che siano coerenti, compatibili con la cultura politica che noi oggi sosteniamo? 

Bando quindi a ogni fissità e a ogni nominalismo e quindi a ogni lettura ideologica della storia. Questo il mio pensiero.