Qualsiasi “partito di centro” e, soprattutto, qualunque “politica di centro”, sono semplicemente incompatibili con tutto ciò che politicamente, culturalmente e storicamente hanno detto e fatto i 5 stelle in questi ultimi anni. È una considerazione, questa, persin scontata che non meriterebbe alcuna ulteriore riflessione e si potrebbe chiudere qui la pratica. Ma, tuttavia, credo sia utile avanzare almeno altre due valutazioni di merito. Sotto il profilo politico, come ovvio.
In primo luogo chi coltiva e crede in una “politica di centro” – cioè in una politica che rifiuta e respinge la radicalizzazione dello scontro politico, il giustizialismo manettaro, la demagogia anti politica, il populismo come totem e la incompetenza e il pressappochismo come fari illuminanti dell’azione politica – non può sottoscrivere un accordo politico e di governo con il partito di Grillo e forse domani di Conte. Appunto, è politicamente impossibile perchè incompatibile. Fuorchè si faccia ricorso, come è accaduto in questi ultimi anni, alla prassi del trasformismo opportunistico a livello politico e parlamentare.
In secondo luogo, e soprattutto, una “politica di centro” riformista e democratica, inclusiva e socialmente avanzata, non può trovare una sintesi feconda e costruttiva con un partito che ha fatto, e che fa al di là della propaganda spicciola, del populismo e della demagogia anti politica la sua ragion d’essere. Perchè, alla fine, governare non può solo essere sinonimo di conservare il più a lungo possibile il seggio parlamentare per garantire lo stipendio con il sistematico e perenne terrore delle elezioni anticipate. Certo, si governa anche con una maggioranza parlamentare ma non si possono fare scelte di governo significative e soprattutto incisive con l’unico obiettivo di garantire il proprio status quo.
Ecco perchè, per fermarsi solo ai titoli, chiunque intende recuperare, o rilanciare, o inverare o declinare una “politica di centro” nella società contemporanea non può condividere quella prassi, quella tradizione e quella cultura con l’esperienza dei 5 stelle. Non per un pregiudizio politico, come ovvio. Ma, al contrario, per il rispetto della politica e del suo ruolo nella società italiana.