Un anno fa, è successa una cosa rara alle donne americane. Per tre mesi, hanno ricoperto più posti di lavoro degli uomini. Qualcosa che era accaduto solo tra il 2009 e l’inizio del 2010.

La pandemia però ha cambiato rapidamente questa storia. E ora secondo i nuovi dati  di dicembre i datori di lavoro che hanno tagliato ben 140.000 posti di lavoro a dicembre hanno preferito licenziare le donne.
Questo crea nella società americana uno scioccante divario di genere: le donne licenziate sono state 156.000 mentre gli uomini hanno guadagnati 16.000 lavori.
Nel frattempo, un’indagine separata sulle famiglie, che include i lavoratori autonomi, ha mostrato una disparità di genere ancora più ampia .

Neri e latini sono il gruppo maggiormente colpito, mentre le donne bianche hanno ottenuto guadagni significativi.

Tra le donne, le latine hanno attualmente il tasso di disoccupazione più alto al 9,1% , seguite dalle donne nere all’8,4% . Le donne bianche hanno il tasso di disoccupazione più basso al 5,7% .

Ovviamente anche molti uomini hanno perso il lavoro, ma se presi insieme come gruppo, sono usciti in vantaggio, mentre le donne sono rimaste indietro.

Gli economisti spesso mettono in guardia dal leggere i dati di un solo mese, ma la perdita di posti di lavoro di dicembre ha coronato un anno già terribile per le donne che lavorano, in particolare le donne di colore che, nell’economia americana,  lavorano in modo sproporzionato in alcuni dei settori più colpiti dalla pandemia, spesso in ruoli che non hanno congedo per malattia o la possibilità di attivare il telelavoro.

Questo divario, secondo gli esperti,  è in gran parte dovuto alla forte perdita di posti di lavoro in tre settori: istruzione – che rimane un settore dominato dalle donne – ospitalità e vendita al dettaglio.