La ragionevolezza deve sempre guidare chi ha competenze pubbliche. Soprattutto se la realtà sta subendo una condizione triste e difficile. Le ideologie hanno altri momenti in cui manifestarsi. Possono funzionare davanti a un mondo sorridente, non certo di fronte a un tragico inginocchiamento economico.

Questa premessa per dire che, indipendentemente da dove ci si collochi, non è pensabile lasciare fuori porta una possibilità senza precedenti. Trentasette miliardi di euro, non possono essere lasciati ai margini e ancor peggio, respinti. Fossi in Parlamento, sedessi in qualsiasi angolo nell’emiciclo, non avrei dubbi: voterei a favore di questo provvedimento.

Da quanto so, non ha nulla più a che fare con il capestro del 2014, è stato sostanzialmente modificato e quindi, non c’è alcun pericolo di vivere la tremenda pagina vissuta dalla Grecia. Sarebbe una quantità di denaro, a tasso bassissimo, da restituire nell’arco di trent’anni.

L’ammontare di questa cifra consentirebbe soprattutto al Ministero della Salute una miracolosa boccata d’ossigeno. Tutto ciò libererebbe una quantità significativa di risorse, risorse impiegate oggi nello stesso ambito, per rafforzare i tratti dell’economia in grave difficoltà.

Eppure, nonostante tutto questo, ci sono quelli che non solo storcono il naso, ma sembrano votati a respingere la possibilità. Pazienza che siedano nei banchi dell’opposizione, giocano una partita totalmente rinviabile al classico teatro o al classico teatrino politico; fa invece specie, chi occupa i posti di comando. In primis Giuseppe Conte, il quale tergiversa ingiustificatamente in modo del tutto ingiustificatamente e la componente dei 5Stelle. Qui, Conte mostra la sua, intrinseca debolezza. Più che in altri momenti, su questo tema svela una inconsistenza politica che non gli fa onore.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri deve avere sempre dalla sua la forza di chi dirige le danze. Mentre oggi, da quanto leggo, sembra più un damerino che si muove secondo i passi di danza definiti dal partito di maggioranza relativa del suo Governo.

Avesse uno scatto d’orgoglio, potrebbe estendere la sua influenza nel Paese a caratteri magistrali.

Verso la metà del prossimo mese dovranno però, giungere alla conclusione. Non si tratta di quisquilie, né di espressioni ideali, ma di decisioni fondamentali per il nostro prossimo tormentatissimo autunno economico.