Vi sono fenomeni che sembrano vecchi, ma hanno ragioni completamente nuove. Le piazze si riempiono, si sono riempite nel passato, e c’è da augurarsi che si riempiranno anche nel futuro. Il fenomeno è sempre lo stesso, ma ciò che le anima cambia, cambia eccome!

Ci eravamo abituati, più o meno, una decina di anni fa del caso Grillo, con le sue oceaniche presenze e gli inevitabili slogan, che tutti quanti ricorderete, e oggi, come fosse un fulmine a ciel sereno, ancora una volta, le piazze, per ora quelle emiliane, ritornano ad essere gremite.

Certo è che i motivi di dieci anni fa sono completamente diversi, da ciò che invece oggi muove questa realtà.

Un tempo, era una denuncia nei confronti dei partiti di allora; oggi, invece, il rimprovero è completamente diverso: è una denuncia di una carenza propositiva di alcuni partiti della scena attuale.

Non c’erano vessilli e bandiere nelle piazze del 2007/2008, non ci sono altrettanti simboli nelle piazze del 2019.

Sorprende che improvvisamente capitino realtà così rumorose e altrettanto silenziose. Che in quattro e quattr’otto tre o quattro giovani ventenni sappiano destare un simile interesse. Non è certo il sintomo di una loro grandezza intellettuale politica ma il grande vuoto che serpeggia in buona parte dei cittadini. Quest’ultimi, presentandosi in queste silenziose adunate, denunciano in modo aperto le carenze di proposta politica attualmente in offerta. Eppure, se una cosa non ci manca, è di avere gli scaffali stracolmi di contenitori pronti all’uso: partiti, partitini, movimenti, improvvisazioni, in sostanza, quindici proposte politiche.

Ciò significa che queste sono fuori mercato, che vengono totalmente snobbate, che restano invendute.

Le piazze di Bologna, di Modena e via salendo, sono il certificato del fallimento dei partiti del centro sinistra. Perché se una matrice hanno le cosiddette sardine, è di non avere alcuna sintonia con il mondo del centro destra e più specificamente con il settore targato Salvini.

Avevamo la sensazione che dalla decadenza di Renzi, via via fino agli attuali dirigenti, il Pd fosse un baccalà appeso all’aria. E il nuovo fenomeno lo decreta senza tanti giri di parole.

È del tutto evidente che mentre sale questa nuova marea, inesorabilmente va sgonfiandosi quella grillina. È un tema particolarmente interessante per chi intenda fare analisi sociologiche, forse ancor di più per i politologi di mestiere; fatto sta, che ogni giorno il mondo sembra rovesciarsi e, storditi, non sappiamo cosa ci riservi il prossimo movimento e quali fermate ci proporrà il conducente.

La matrice di tutto questo è certamente una delle battaglie più importanti per il prossimo destino politico del Paese, vale a dire le elezioni in Emilia Romagna. Al di là degli aspetti concreti, in ballo c’è pure una battaglia simbolica: mantenere la tradizione a dominio centro sinistra o cedere anche questo baluardo alle truppe salviniane. Non è cosa da poco. Il governo nazionale traballerà da qui alla data del 26 gennaio e quel responso definirà il suo prosieguo o il suo capolinea.

L’ultima cosa, sarà interessante vedere l’evoluzione di questo spontaneo movimento e capirne le reali potenzialità politiche.