L’intervista di Gerardo Bianco a Mario Ajello (“Il Messaggero”) pone un problema grande al PD di Zingaretti: quale ruolo, quale azione politica nelle istituzioni democratiche. Un partito come il PD, con la sua storia, con le sue radici nella Costituzione non può inseguire i cinque stelle sul terreno del populismo più becero, che umilia il passato costruito anche con le responsabilità del Pci poi PDS poi Pd.

Che fare? C’è una solo strada.  Uscire dalla logica della contrapposizione frontale, separare l’alleanza di governo dalle vicende istituzionali, presentare una proposta nelle sedi parlamentari più alte da parte dei capigruppo Delrio e Marcucci con l’avallo di Zingaretti e trovare una soluzione ragionevole, sulla quale l’Associazione ex parlamentari ha avuto piena responsabilità e disponibilità come nel caso del contributo di solidarietà su cui non sono stati presentati ricorsi.

La proposta in linea con le motivazioni della sentenza e con gli indirizzi della Corte costituzionale può rappresentare una occasione per uscire dalla logica del muro contro muro e dei populismi alimentati dai grillini. È il momento della responsabilità e soprattutto della capacità di azione politica evitando che nelle Istituzioni parlamentari si determinino lesioni profonde che non aiutano un clima di coesione necessario alla ripresa del Paese.

La questione dei vitalizi è molto di più di aspetti sui diritti quesiti, sulla retroattività delle norme, sulla ragionevolezza e proporzionalità delle stesse. È in gioco il rispetto delle Istituzioni parlamentari, le sue articolazioni, il suo funzionamento corretto senza prevaricazioni.