L’Europa nel suo insieme, al momento, vive diverse problematiche dovute al virus. Una di queste è la riapertura delle scuole.

Tutti i paesi, in questa fase, sembrano essersi regolamentati in modi diversi.
La Germania ha iniziato a riaprire le scuole ad aprile, con gli studenti più grandi che sono tornati per primi. In Inghilterra, è il contrario, con le scuole elementari in procinto di riaprire a giugno.
In Belgio, questa settimana, quelli degli ultimi anni della scuola primaria e secondaria hanno iniziato a tornare a scuola. Italia e Spagna, d’altra parte, stanno camminando molto più cautamente e riapriranno le scuole solo a settembre.

McKee, alla London School of Hygiene and Tropical Medicine, ritiene che sia “prematuro” riaprire le scuole nel Regno Unito poiché il sistema di test del paese è “problematico” ed il suo sistema di tracciamento dei contatti “non testato”.

Sicuramente, i diversi approcci sono dovuti anche ad una diversa penetrazione del virus nei territori, ma non avere un quadro europeo di insieme sulla materia scuola non aiuta.

Ma perché all’inizio si sono chiuse le scuole ancor prima che iniziasse il lock-down?

I responsabili politici dei vari paesi non si sono tanto preoccupati dell’ammalarsi dei ragazzi, ma di quanto facilmente essi potessero diffondere il virus – una paura ragionevole visto che i bambini sono super-diffusori di malattie come l’influenza e il morbillo.

“Questa è la mia più grande paura”, dichiarò al New York Times Michael Hoelscher, capo delle malattie infettive e della medicina tropicale presso il Munich University Hospital.

Ma quanto è dannoso escludere i bambini e i ragazzi dalla vita sociale e privarli ​​della struttura che la scuola offre loro?

La socialità è un bisogno primario che nessun dispositivo può sostituire.

La scuola è fondamentale per ogni bambino e ragazzo, non solo in termini di apprendimento, ma anche in termini di socialità, legami, relazioni. Chiaramente bisognerà fare i conti con le distanze di sicurezza e i protocolli sanitari, ma è necessario per i nostri ragazzi continuare a mantenere un contatto con la vita normale anche in periodi di difficoltà.

E se questo tema è stato bypassato per i più grandi grazie all’uso di strumenti tecnologicamente avanzati per seguire le lezioni, il problema sorge per i ragazzi e i bambini delle scuole elementari e dell’infanzia, perché è lì che i bimbi maturano il senso della socialità e del rapportarsi con gli altri.

Inoltre, non dobbiamo dimenticare che la gita al museo, il viaggio studio, l’educazione fisica, i corsi di musica e tante altre attività ludico/didattiche, non sono solo dei corollari ai quali poter rinunciare ma, bensì importanti momenti di crescita.
Senza queste attività rischiamo di catapultare i nostri figli in un silenzio emotivo e non dare voce al loro disagio.

Inoltre dobbiamo ricordare che per gli 8 milioni e mezzo di studenti che torneranno a scuola a settembre, una scuola diversa che includerà con molta probabilità almeno in parte la didattica a distanza, sarà necessario istituire un sistema che possa sconfiggere il digital divide, vero fattore di esclusione sociale del nostro tempo.