Nelle pagine conclusive del suo “L’uomo e lo Stato”, il filosofo cattolico francese prendeva in considerazione le critiche al discorso sul superamento della sovranità statale in favore di una possibile governo a scala mondiale. Egli rispondeva con realismo, senza indulgere a facili ottimismi e senza fughe in avanti; ma non senza coraggio e determinazione, per la fiducia riposta nella forza di un progetto riguardante, come afferma alla fine di questo breve stralcio qui riprodotto, anzitutto le future generazioni. Non c’è necessità di riprendere, sempre con realismo, questa potente sollecitazione? E come è possibile farlo?  Oggi si apre, alle 11.00, il convegno su “A settant’anni da L’uomo e lo Stato di Jacques Maritan” (v. in basso il link per scaricare la locandina del programma).

Jacques Maritain

Una quantità di obbiezioni naturalmente son sorte all’idea di una autorità mondiale. Vorrei alludere solo alla più importante, che insiste nel riconoscere che l’idea è bella e nobile, ma impossibile a realizzarsi, e perciò molto dannosa, perché si corre il rischio di spostare verso una brillante utopia gli sforzi che dovrebbero esser diretti verso conquiste più umili, ma possibili. La risposta è che se l’idea, come noi crediamo è fondata su di una filosofia politica sana e vera, non può in sè essere impossibile. Perciò è dovere dell’energia e della intelligenza umane di non renderla, alla lunga, impossibile riguardo agli enormi ostacoli ed impedimenti solo contingenti che le condizioni sociologiche e storiche che appesantiscono l’umanità le hanno messo di fronte. 

A questo punto devo confessare che come aristotelico non sono molto idealista in quanto a capacità. Se la idea di una società politica mondiale fosse solo una bella idea, non me ne occuperei. 

Ritenni che era una bella idea, ma anche un’idea vera e giusta. Eppure tanto più una idea è grande per quel che riguarda la debolezza e gli imbarazzi della condizione umana, tanto più si deve andar cauti nel considerarla, più attenti ancora nel non domandarne la immediata realizzazione. Non sarebbe bene né per la causa dell’idea, né per la causa della pace, servirsi dell’idea dell’autorità mondiale come di una arma contro gli organismi interazionali limitati e precari, che per il tempo presente sono gli unici mezzi politici esistenti e di cui dispongono gli uomini per protrarre la tregua tra le nazioni. Inoltre i sostenitori del concetto di autorità mondiale sanno bene – Mortimer Adler ha insistito soprattutto su questo aspetto della questione – che questo concetto può diventar vivo solo dopo molti anni di lotta e di sforzo. 

Essi sanno perciò che la loro soluzione per una pace futura perpetua ha certo efficacia non maggiore per la pace precaria che oggi deve essere assicurata, che il lavoro degli organismi a cui alludevo testè. I pro e i contro, nel problema dell’autorità mondiale, non riguardano noi, ma le generazioni a venire. 

 

(J. Maritain, L’uomo e lo Stato, Vita e Pensiero, 1975, terza ristampa, pp. 242-244)

 

La locandina del convegno dell’Istituto Internazionale Jacques Maritain

https://istituto.maritain.net/IIJM-Locandina_l_uomo_e_lo_Stato_2021.jpg?c519ce&c519ce