Il rito di Maria Santissima, le spade del dolore e una tradizione lunga mille anni

Tra le feste cattoliche Mariane, quella del 15 settembre è dedicata alle sofferenze della Vergine per le sorti del Figlio

Fu Papa Pio VII, al secolo Barnaba Niccolò Maria Luigi Chiaramonti, cesenate, a introdurre nel 1814 la festa della Vergine Addolorata nel calendario liturgico cattolico romano, la cui data fu fissata successivamente al 15 settembre di ogni anno.

La pratica del rito – che rappresenta una celebrazione distinta e forse meno conosciuta rispetto a quella paleocristiana legata al Dogma dell’8 dicembre – risale in realtà al XI secolo, Alto Medioevo, e contempla i passi del Vangelo circa la presenza dell’Immacolata sulla via del Calvario. In origine, infatti, la tradizione cattolica istituì come “Liber de Passione Christi et dolore et planctu Matris eius” la sofferenza della Madre in quanto compartecipe della Passione di Cristo, ma nel tempo la ricorrenza assunse nuove e diverse forme, le quali entrarono a pieno titolo a far parte della letteratura moderna associata alle tradizioni popolari religiose.

All’osservanza si aggiunse l’adozione di una forte simbologia, diffusasi a seguito delle attività dei proseliti e all’aumento delle immagini sacre dipinte o scolpite esposte in alcuni luoghi di culto dei paesi (soprattutto) del Mediterraneo. La rappresentazione dei Dolori di Maria è ripresa probabilmente dal Vangelo secondo Luca, in cui l’afflizione della Vergine è equiparata a quella di “una spada che trafigge l’anima”. Già circa mille anni fa, l’intenzione dei devoti fu quella di descrivere le pene – poi distinte una dall’altra con il numero di 7 – suscitate nell’immaginario comune dal supplizio di Gesù durante la Processione, la Crocifissione e la Deposizione; in tal senso, l’attenzione non poteva non focalizzarsi sull’Immacolata, la congiunta emotivamente più colpita dal Martirio.

A partire dal 1230 la storiografia attribuisce alla confraternita dei Servi di Maria (sorta a Firenze) e agli scritti di Jacopone da Todi, che negli anni si caratterizzarono per l’intensa venerazione e la diffusione del culto, la diffusione maggiore dei valori devozionali verso Maria. Ed è durante detto periodo che ha origine la celebrazione dei “Sette Dolori”, i quali corrispondono rispettivamente a sette specifici passi del Vangelo: la profezia di Simeone, la Sacra Famiglia che si trasferisce in Egitto insieme al Bambino, il ritrovamento di Gesù dodicenne nel tempio di Gerusalemme, Maria che raggiunge il Figlio sulla via del Calvario, la Madonna ai piedi della Croce secondo la volontà di Dio, Maria che stringe tra le braccia il Figlio deposto e Maria che affida Gesù al sepolcro in attesa della Resurrezione. Identificata in età contemporanea come Via Matris, la processione di Maria che segue il Figlio viene celebrata oggi mediante marce verso santuari o presso rappresentazioni votive dedicate alla Madonna; spesso queste assumono i contenuti di vere e proprie penitenze, le quali, in alcune località, sono entrate a far parte della tradizione religiosa e folcloristica della popolazione.

In Italia, anche se in parte trascurato, il rito dell’Addolorata trova la sua massima espressione con il solenne trasporto in pubblico della statua dedicata, e coincide, specie in alcuni comuni del Centro-Sud, con feste e sagre che coinvolgono tutta la cittadinanza.