Con gli “ismi”  non si finisce più. Ma non ci possiamo fare niente: siamo ormai abituati. Dopo il craxismo consanguineo del berlusconismo, sono arrivati il grillismo e  il renzismo. Mentre spunta con prepotenza ai nostri giorni il salvinismo. Parente stretto del sovranismo. Leggo che dopo la manifestazione sindacale di Reggio Calabria e nel ricordo del suo incontro con i pastori sardi, Salvini ha convocato al Viminale  i segretari della Cgil, Cisl e Uil. Non male per un Ministro degli Interni. Il  salvinismo non ha niente da fare però con il calvinismo. Anche se hanno quasi la stessa pronuncia. Quasi. Poiché il calvinismo è cosa molto ma molto più seria. Che il Salvini dei Crocefissi e del Vangelo, del Rosario e di Santa Maria, dei comizi milanesi con Bergoglio fischiato,  sia però persuaso di essere “Unto del Signore” e di possedere la Grazia salvifica riservata ai “Primi” e ai carismatici , lo possiamo tuttavia mettere nel conto. E dovremmo anche accettare che l’etica protestante calvinista – che secondo Max Weber è alle origini del capitalismo – è quella stessa a cui si ispira Salvini con la Flat Tax: solo i più ricchi, in quanto eletti, devono godere dei vantaggi più sostanziosi. Ma cosa chiamo Salvinismo? Forse bisogna intenderlo come  una non tanto nascosta e subdola vocazione a straripare pericolosamente dai ruoli propri. A occupare il posto degli altri. Ad anticipare questioni che non riguardano i propri compiti. A invadere recinti altrui uscendo impropriamente dal proprio. Capiamoci bene. Non si tratta di una sorta di altruismo contrapposto all’egocentrismo. Ma semmai di un egocentrismo contrapposto all’altruismo dagli effetti antidemocratici e destabilizzanti impensabili.                                                                                                                   

Ma arrivati a questo punto devo fare un passo indietro.                                                Al momento della nascita del Governo 5 Leghe ( meglio definirlo così !) dopo  uno storico  “Contratto  notarile” ,  ho infatti divagato anche sulla nascita della Terza repubblica italiana. “Finalmente ci siamo…mi sono detto… abbiamo rottamato la Seconda ! ”. Mi riferivo alla Riforma costituzionale “de facto”  attraverso la nomina di “Due Primi Ministri” e di un solo “Vice Primo Ministro”. Ma come   due Primi Ministri ? Si due Primi Ministri e un solo Vice. Riconosco però di essermi sbagliato. Ma  solo di poco. Perché sul Duumvirato dei “Due Primi Ministri”, non avevo infatti considerato che uno dei due era finto. E  che l’unico vero “ Primo Ministro” dei due, in servizio permanente effettivo e facente le funzioni anche di Premier, era proprio l’egotista Salvini.  E il finto Premier nominato ? Bé, si è accontentato di non interrompere il suo “sogno di una notte di mezza… primavera”, a cui ancora non crede. Tanto era fantastico.                                                                

Devo però ammettere che dopo la nascita della Terza Repubblica su carta bollata, , non avevo per niente considerato che dietro l’angolo si nascondesse anche la  Quarta. L’occasione è ora arrivata . E me la offre l’esondazione non solo mediatica del salvinismo: sappiamo ormai, e abbiamo capito, che tutta la politica nazionale è nelle sue quotidiane esternazioni televisive. Ma dal momento che i numeri gli danno ragione ,  è una esondazione politica ragionata e intesa come volontà di concentrare e centralizzare diversi Ministeri presso il suo. Là in alto, sul Collis Viminalis, uno dei sette di Roma, che sembra debba il suo nome alle piante di vimini e alle ceste che si producevano. E dentro le quali oggi Salvini vuole raccogliere e mettere insieme ruoli, funzioni e competenze ministeriali diversi. Come quelli delle Politiche Agricole, dei Trasporti, delle Finanze , degli Affari Esteri, della Difesa, e altri che mi sfuggono.  Ma è ora chiaro che dopo la manifestazione di Reggio Calabria, vuole avocare a sé anche quello del Lavoro e delle Politiche Sociali, attraverso la convocazione al Viminale dei sindacati.

E il Collis Viminalis degli Interni?  Beh, quello riguarda il mitra, il Rosario, gli emigrati abbandonati al loro destino sulle barche, le magliette, le tute mimetiche e le divise della Croce Rossa, che fanno parte della coreografia di questo colle, in attesa del camice bianco per sostituire i medici che mancano in Italia. E soprattutto senza  dimenticare il permesso di sparare per difendersi, esercitando “Sicurezza”. Anelito e bisogno insopprimibile dell’italica gente, supportata  dal primo Ministro trasbordante, in attesa di usurpare  anche la delega a Giorgetti per lo sport, in modo di fare esercitare obbligatoriamente a tutti gli italiani, il tiro al bersaglio con la pistola familiare di ordinanza tenuta sotto il cuscino. E la Costituzione?  Quando non è per l’autonomia padano-lombardo-veneta, il “me ne frego” sembra suggerire che si debba rivoltare come un pedalino. Trasformando il Parlamento, se non proprio in un “bivacco sordo di manipoli”, in qualche baita alpina che gli somigli. Purché rimanga lontana, isolata e silenziosa.

Siccome non credo molto al fascismo eterno e ai rigurgiti mussoliniani di massa, quello che invece mi preoccupa molto in Salvini e nel salvinismo, sono il tifo per Boris Johnson, previsto  futuro premier britannico decisissimo più della May a lasciare l’Europa; l’innamoramento per Orban, Putin e Trump; e la strizzatina d’occhi a Steve Bannon, in convento sui colli Albani con le sue scuole antibergogliane. Mi allarma il silenzio assordante e totale degli studiosi su queste esondazioni; il cinema muto di quegli ormai pochi intellettuali di stampo liberale, socialdemocratico e  cattolico rimasti in vita; il  soprassedere della stampa quotidiana da cui devo estrarre la sorprendente eccezione del quotidiano Avvenire (sulla televisione pubblica, ormai ridotta a cronaca nera per sviluppare e far crescere quella paura funzionale alla sicurezza salviniana, su quella privata asservita, e sui social che ci riducono in isolati e microscopici cittadini appesi ai pareri nervosi degli altri, lascio a ognuno di noi le considerazioni più opportune).

Rispetto a questa invasione di campo, mi impensierisce infine la calma piatta dei corpi intermedi, dell’associazionismo, della cittadinanza attiva, e degli stessi partiti di opposizione. Non si ode una sola parola, orientata a riportare fra le sue piante di vimini il garrulo “satanasso  pigliatutto”. Quel promettente Salvini ( n.b. che promette!) – che stordisce le coscienze impaurite degli italiani, ormai  disinteressati della democrazia e del bene comune, ma ahimè non più realtà virtuali o sondaggiate, ma, stando ai risultati delle Europee, realtà concrete  – ha forse in serbo la centralizzazione dei poteri e delle competenze ? Se non è così ha però sicuramente in serbo un attacco silenzioso e sorridente alla democrazia e al rispetto  dei ruoli  previsti  dalla nostra Costituzione troppo “sovietica”, (“… I ministri sono responsabili … individualmente degli atti dei loro dicasteri”, art. 95). Tutto questo col beneplacito incomprensibile di coloro che si dichiarano difensori della democrazia e del  bene comune.  Se Salvini pensa che sulla Sea-Watch ci sono solo 42 orologi ad acqua, scarichi dopo due settimane e pronti ad esaurirsi definitivamente,  bisogna allora che qualcuno lo avverta che sulla nave ci sono 42 persone. Se non ci sarà questa consapevolezza prima che sia troppo tardi, bisogna allora dare ragione a Carlo Maria Cipolla : “… sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione “, i quali, aggiungeva Robert Musil, pur esprimendo qualche forma di intelligenza e di passione per le novità, sono una “pericolosa malattia per la vita stessa “. 

Siamo avvertiti.