Immunizzare al più presto

Il primo tema che abbiano in assoluto in questo periodo è il vaccino. Se un tempo erano le mascherine, il distanziamento e il rigore, oggi, acquisito che la stragrande maggioranza delle persone si comporta correttamente, vale a dire esce sempre munita di mascherina, ha coscienza che la pandemia può mettere in ginocchio tanto l’economia quanto qualsiasi attività umana, in questa stagione il compito supremo è immunizzare al più presto la stragrande maggioranza dei nostri concittadini.

Si è capito che quest’arma è essenziale per venirne a capo. Il problema che si è affacciato con maggior pericolo, da qualche mese a questa parte, è il fenomeno delle varianti. Se non fermiamo il processo di contagio, quest’ultime potrebbero dare ulteriori e gravosi effetti non ancora del tutto visibili.

Ora, si è capito che la somministrazione all’Italia delle dosi a suo tempo definite, mostra il fianco; le diverse case farmaceutiche non mantengono le forniture sottoscritte. Tanto in Italia quanto in altre Paesi europei. Si aggiunga che l’organizzazione territoriale nelle diverse regioni italiane, sembra disarmonica e non sempre all’altezza delle attese. Per raggiungere un’adeguata immunità di gregge bisognerebbe, quanto meno, vaccinare 50/60% della popolazione. Ad oggi, per quello che si sa, è stato interessato il settore della sanità, si sta lavorando nella sfera degli ultra ottantenni e di qualche settore delle forze dell’ordine.

Ma il numero ad oggi risolto è particolarmente contenuto.  Adesso si tratterà di pretendere la fornitura di un numero sufficiente di dosi da qui, a settembre di quest’anno; di organizzare al meglio  le sedi e gli operatori per le iniezioni corrispondenti a un numero crescente numero di utenti e di mettere a punto un sistema organizzativo nazionale che coordini al meglio ogni realtà regionale. In sostanza, non è pensabile che in qualche territorio la cosa proceda con una certa accelerazione e in altri, capiti qualche ingiustificata vuotezza operativa.

Questo è il periodo più delicato, da qualche settimana c’è un’altalena che non sposta di molto i dati che giungono giornalmente; non è un segnale confortante. Pur sapendo che manca un mese perché chiuda la stagione sfavorevole, infatti l’inverno non aiuta le nostre intenzioni.

Vediamo se Mario Draghi, con la sua autorevolezza, riuscirà a far rispettare i patti stabiliti qualche mese fa. A nostro vantaggio ci dovrebbe però essere un’ulteriore quantità di vaccini prodotti da nuove case farmaceutiche. Forse, con questa aggiunta potremmo tagliare il traguardo per fine estate.

Auguriamoci, come abbiamo visto l’anno precedente, che da maggio a settembre, questo oscuro nemico, ritragga la sua imperiosa volontà di visitare chi non intenda in alcun modo ospitarlo.