Si tratta di una valanga di denaro. Secondo quello che sappiamo, nel 2021, si dovranno stabilire le linee guida e i progetti di spesa per una quantità di soldi mai visti nella nostra storia politica. Non si può assolutamente affrontare questo tema a cuor leggero.

Anche io, fossi stato al posto del Presidente del consiglio dei ministri, avrei messo in moto tutto il Paese per individuare come utilizzarli. Sembrerebbe che un brogliaccio vi sia. Un terreno su cui confrontarsi. Si fa per solito così. Non si chiama il modo imprenditoriale, i sindacati, i soggetti di conoscenza e tutte le realtà del Paese, raccogliendo solo le idee, senza offrir loro un panorama dove collocarle.

Quanto sia valido, some supporto di partenza il lavoro seminariale di Colao, non so dirlo. Alcuni sostengono che sia costruito a maglie troppo larghe; altri ritengono che abbia virato leggermente a favore di certuni o di certi impianti politici, e altri ancora che non poteva fare di più. Generico quanto basta, ma sufficientemente articolato per incasellare i temi più i portanti.

Resta semplicemente un punto di partenza. Non credo vi sia stata ancora, da parte di chi deve fare scelte politiche, una decisione a favore o contro il lavoro presentato. Credo sia semplicemente, come detto sopra, punti su cui coagulare le idee e gli interessi di chi verrà interpellato nel corso di questi dieci giorni di confronto.

Non voglio pertanto né elogiare, né criticare quanto fino ad oggi è stato prodotto. Mi limito ad evidenziare il sistema adottato. Su questo, posso o non posso essere d’accordo. Del resto, si procede sempre in quel modo.  È una forma canonica che si addotta anche per licenziare una semplice legge. Figuriamoci, pertanto, se trattasi di una formulazione di portata capitale, per la nostra prossima avventura economica.

È evidente che il politico può utilizzare questi momenti anche per tornaconto d’immagine. Ma su questo non vorrei spendere alcuna parola. Sarebbe dire l’ovvio. Quello che invece mi attendo è la sostanza di quanto emergerà nel lavoro di queste intensissime e delicate “idi di giugno”. Solo a compimento dell’intera vicenda, si potrà dire, con cognizione di causa, se hanno o non hanno fatto un lavoro lodevole.

Ci sta pure che l’opposizione giri la schiena all’invito. È normale che così sia. Non vogliono, e li capisco, far da comprimari. In politica, c’è una grammatica da rispettare. Certo è che stare all’interno poteva permettere di avanzare proposte nel cuore della vicenda, ma tant’è, non vogliamo assolutamente calpestare gli stili classici: chi governa sta nel centro della vicenda, l’opposizione, si distingue, e incalza dall’estero.