Un capolavoro di tecnica e di laboriosità: 14 mesi ininterrotti di lavoro, 24 ore su 24 , a meno di due anni dal tragico crollo del ponte Morandi  avvenuto il 14 agosto 2018. Una prova di orgoglio che rinnova il mito di Genova “ la Superba”, sotto la protezione di San Giorgio nome scelto dal Sindaco Bucci, uno dei tre artefici di questo miracolo italiano insieme al presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e all’architetto Renzo Piano  – genovese e senatore a vita con pieno merito- che l’ha  pensato e disegnato con una prova di genialità senza pari.

Insieme a loro la gratitudine abbraccia e unisce  tutti gli operai, i geometri, gli architetti, i tecnici che si sono prodigati senza sosta per edificare questo simbolo di riscatto.
Ma il primo pensiero mentre dopo il temporale sul Ponte San Giorgio spunta il magnifico ponte dell’arcobaleno, quasi a unire terra e cielo, il primo pensiero va alle 43 vittime e si loro parenti che hanno incontrato il Presidente  Mattarella in Prefettura ma hanno disertato la cerimonia di inaugurazione alla  presenza delle massime autorità dello Stato, in segno di protesta per un evento tragico causato dall’incuria dell’uomo, ancora sotto inchiesta della Magistratura.

Sarò passato migliaia di volte sul ponte Morandi. Due ore  prima c’era passata  mia figlia, medico in un ospedale del centro città. Quella ferita è stata una pugnalata al cuore della città e non sarà mai dimenticata. Valgano allora le parole del Presidente  Toti a riassumere il senso di una tragedia causata dalla negligenza umana e il valore di una prova di orgoglio e di riscatto, quale è stata la ricostruzione del ponte nuovo a tempo di record: “mai più” e “sempre così”.

Come a dire mai più errori e sempre così quando si deve ripartire dopo una tragedia.
Genova ha dato una lezione all’Italia, all’Europa e al
Mondo. Il Sindaco Bucci – uomo apparentemente rude e di poche parole ma straordinariamente capace a governare la sua, la mia città – si è  piazzato , metaforicamente, sotto il ponte in costruzione e non se ne è andato fino a quando non è stato finito.

“Genova per noi” dice una canzone cavallo di  battaglia di Paolo Conte e Bruno Lauzi. Genova per noi è stato un esempio, una prova concreta , una lezione ( ai ciarlatani e agli affabulatori pieni di se’ ) che le cose si possono fare quando c’è serietà, impegno, competenza, concretezza.

Storicamente Genova e i genovesi – definiti mugugnoni e chiusi di carattere- sono sempre stati così: capaci, orgogliosi,  superbì ma mai spocchiosi e fanfaroni. Poche parole e tanti fatti. Speriamo che le autorità dello Stato presenti su quel ponte nuovo e miracoloso abbiano imparato una doppia lezione: il rispetto per le vittime del crollo del Morandi e l’ammirazione per tutti gli uomini che con l’ ingegno, la dura fatica, la determinazione, la volontà , la voglia di risorgere assumendosi delle responsabilità hanno dato una lezione di alto valore simbolico  in un momento peraltro difficile e critico della Storia del nostro Paese.