Sembra che siamo in tanti, distratti, che sporchiamo le strade, roviniamo la natura, in una parola ci sentiamo estranei a quanto ci appartiene, perché sì tutto quello che è pubblico è come fosse di nessuno e quindi non mi interessa: invece è di tutti e di ciascuno. È anche mio. È un bene comune che è mantenuto – e manotenuto – con le tasse dei cittadini (che le pagano). L’indifferenza – quando non anche il disprezzo – di tutto quanto è “nostro” si manifesta con una molteplicità di comportamenti: mozziconi per terra e altro, compreso lo sporco dei cani; muri imbrattati, carrozze metro e pullman danneggiate, suppellettili a scuola, panchine divelte nei parchi, ecc. sono anche miei quei beni pubblici! Che direste se venisse qualcuno in casa a sporcare e a sfasciare? Abbiamo città e borghi, paesaggi e architetture d’incanto e invece di essere orgogliosi, siamo spesso disfattisti. La bellezza salverà il mondo, ma non avviene per miracolo, bisogna coltivarla e educare a rispettarla e a crearla. A chi giova educare all’odio e alla indifferenza verso il prossimo più bisognoso? Siamo la culla della scienza e della poesia.

I Romani hanno ‘inventato’ gli acquedotti, le fognature, le terme e soprattutto il diritto! Il diritto romano ispira i codici di molte nazioni. L’orgoglio ci renderebbe interpreti di una comunità aperta, sicura, appassionata al proprio destino. In realtà ci sono cittadini volonterosi che riscattano gli ignavi e accidiosi. Ci sono quelli che si armano di ramazze e puliscono pezzi di città, le spiagge, il mare. Perché questi sì, e la maggioranza no? Perché c’è bisogno di cultura, di formazione e di informazione positivamente orientata; se i media devono inseguire le spacconate, divulgare un linguaggio sguaiato e violento della politica, non potrà divulgare mitezza, buona creanza, solidarietà e impegno civile. Un buon esempio di successo della coesione civile e della collaborazione fra Istituzioni, temporaneamente rappresentate fa forze politiche diverse, è stato il risultato, che ci ha entusiasmato, con l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026.

Ma ho dovuto perfino sentirmi dire che sarebbe stato meglio di no, “perché chissà quante mazzette correranno“… mi viene da dire che chi pensa male, male fa. La corruzione è una mala pianta che ciascuno è incaricato di partecipare a sradicare. Si lascia corrompere chi non ha priorità morali e professionali nell’esercizio dei propri doveri. Anche in questo ambito bisogna educare, controllare, censurare con obiettività e non secondo pre-giudizi ideologici e di parte. Non si può affermare che sono tutti uguali. È, innanzitutto una ingiustizia, perché i cittadini non sono tutti evasori, tutti “furbetti”, tutti incapaci, ecc. Generalizzare significa concedere una amnistia a cominciare da sé: fanno tutti così. È un alibi drammatico per una serena convivenza civile. Si può certamente osservare che nonostante ci siano regole è facile aggirarle, soprattutto se mancano i controlli (e mancano!). Questi mesi ci hanno sciorinato una antologia delle incongruenze, frutto di disinformazione e di manipolazione. In politica – e non solo – senza il dialogo non si costruisce la forza propulsiva che faccia ottenere i risultati attesi, per gli obiettivi prefissati. Per esempio non si è vista la stessa “forza d’urto “della unione di tutte le istituzioni nazionali e locali per ottenere l’Agenzia Europea del Farmaco, a Milano. Un antico detto ci ricorda che l’unione fa la forza eppure i sovranisti vogliono convincere il popolo che è meglio fare da soli. Putin in questi giorni ha fatto capire come gli sarebbe utile non avere una Europa unita, per poter trattare in modo bilaterale, dove il più forte sarebbe lui…idem Trump.

Gli Stati Uniti d’Europa sarebbero una super potenza e come mai non piacciono ai nostri nazionalisti? Senza Europa gli Italiani non sarebbero primi a nessuno. Perciò urge recuperare il senso di realtà. Non è arrivata la “procedura per debito“ perché il Primo Ministro e il ministro Tria hanno mantenuto un fitto dialogo coi membri della Commissione Europea e perché uno dei Paesi Fondatori non può essere messo in mora. C’è un senso per tutto. Le regole sopranazionali sono una difesa per tutti, perché oggi tocca a me e domani a te. E dobbiamo tutti essere soddisfatti dell’esito e del miglioramento sia pure debole dei dati economici. Il Paese merita sostegno e affetto. La nostra piccola patria, in quella più grande europea, è la nostra casa: ereditata da chi ce l’ha costruita anche col sangue, e da consegnare ai nostri eredi. Soddisfazione anche per avere un Italiano al vertice del Parlamento europeo. E chi conosce la storia sa che la solidarietà tra Stati e popoli costruisce la sicurezza e sviluppo per tutti. Anche le singole forze politiche devono sentirsi investite delle stesse responsabilità. I parlamentari – rappresentano tutti (oppure sono “senza vincolo di mandato” solo quando serve?) per cui non salgono su una nave per protesta, ma si recano a dialogare col Ministro dell’Interno perché prima faccia sbarcare i naufraghi (secondo il diritto della navigazione) e poi seguano gli eventuali provvedimenti a carico della Capitana. In modo diverso si è solo aumentata la potenza propagandistica di chi utilizza il solo argomento migranti per imbonire gli elettori invece di attivare risposte concrete.

Agli argomenti propagandistici si risponde con proposte attuabili e non mistificatorie. Grave che il PD abbia smentito le scelte politiche del suo governo, senza aver avanzato un modello alternativo. È una stucchevole provocazione contrapporre Papa e Salvini (piani semantici abissalmente diversi). Quando sono in gioco diritti umani universali si devono difendere con la Politica – maiuscola- e cioè organizzazione, prevenzione, finanziamenti, cooperazione interna e internazionale con enti e associazioni che sanno fare il loro mestiere. Per quanto tempo ancora lasciare “una autostrada elettorale “e non governare un fenomeno planetario con presenza, impegni nelle sedi preposte? Il PD si svegli. Serve nel sistema democratico una attrezzata opposizione. Come pensa di essere votato se non sono noti i programmi? È ora che gli Italiani sentano illustrata con chiarezza argomentativa e operativa la visione politica, la quale deve essere ammantata di verità e non di inutile politichese. Se gli Italiani scelgono – purtroppo – gli imbonitori non hanno colpa: semmai è nostra che non abbiamo dimostrato di capire le loro esigenze. Per sottrarli ai dispensatori di paura e depressione riguardo al futuro offriamo dialogo, presenza, sincerità, trasparenza, spiegando spiegando e ancora spiegando il da farsi e come e in quanto tempo farlo. Con quale personale politico, competente, riconoscibile e di qualsiasi età. Il giovanilismo passa e l’esperienza responsabile resta. Cosa succede ai nostri minorenni? I giornali non possono fare a meno di segnalare le violenze di baby gang verso anziani, immigrati, loro coetanei, vetrine, ecc. se messaggi e comportamenti di adulti e perfino di politici sono iniettati di odio… gli esempi vengono dall’alto (una volta si diceva). Toccherà a loro fra qualche anno assumere ruoli dirigenziali, con quale cultura? Intanto 600.000 giovani hanno lasciato il nostro Paese; se ne sono andati dalla nostra casa comune perchè evidentemente nè confortevole nè amata. Ormai sembro una vecchia zia brontolona, ma non mi rassegno al lasciar perdere. Il dogma liberale “laisser faire” ci ha condotto qui.

Preferisco il motto di don Milani “I care”, mi tocca, è anche responsabilità mia: l’Italia, l’Europa sono casa mia. Non rinuncio a parlare ovunque vengo invitata, perché metto la mia faccia nello sventare le fake news. Senza la conoscenza della storia e delle regole della nostra convivenza democratica il popolo ‘beve’ qualsiasi cosa. Sono gravi peccati sociali l’accidia e l’ignavia. Del resto l’ignoranza di fatti e di persone non viene nemmeno avvertita da chi, non sapendo, non sa nemmeno quello che non conosce! Le maratone televisive nel riproporre notizie imprecise o parziali (perciò, secondo Papa Francesco, bugie) sollecitano reazioni pericolose. Penso che nessuno (che non ignori tutto!)
creda che una motovedetta della Guardia di Finanza sia una nave da guerra! Penso che chiunque sia in buona fede non può credere che la comandante Carola volesse speronare la nostra Guardia di Finanza, perché il giudice istruttore, che l’ha lasciata libera, aveva visionato video e fotografie.

E del resto nessuno un po’ avvertito può pensare che una motovedetta sia una nave da guerra, perché perfino le navi della Marina Militare, quando sono nelle nostre acque territoriali, non sono navi da guerra. Ci vorrebbe il genio poetico di Dante (a proposito: sono favorevole al Danteday) per collocarci in diversi gironi. Per la Nazionale di calcio femminile abbiamo ascoltato sia dalla CT che dalle atlete un parlare educato, sereno, tecnicamente appropriato e il pubblico si è appassionato a questo calcio, femminile ma sportivamente calcio! Questo stesso sport sugli spalti maschili può addirittura essere violento in slogan e… fisicamente. Abbiamo giovani e meno giovani che danno l’anima in attività volontarie di servizio alla società, in ambito sociale, culturale, ambientale e ci sono altrettanti – come li collocherebbe Dante? – che in “parole e opere” esprimono i sentimenti peggiori sia verso Carola, come contro la senatrice a vita Segre o, semplicemente, contro i passanti in strada. C’è bisogno di una grande operazione “retake” civile. I cittadini consapevoli, le famose élite, gli intellettuali, tutte le persone che ne hanno occasione e opportunità siano i primi a scendere in campo – o meglio, in strada – promuovendo iniziative volte a ridurre il degrado e partecipandovi in prima persona, modificando i propri comportamenti, segnalando ciò che non va alle istituzioni competenti, acquisendo un maggiore senso di solidarietà civica. Educare e sviluppare un comune senso di appartenenza sono le chiavi per accendere il motore del cambiamento. Per ora il ‘Governo del cambiamento‘ sembra non abbia l’obbiettivo di coltivare una cittadinanza italiana e europea ancorata alla tradizione di civiltà, che abbiamo cooperato a realizzare. È una sfida ambiziosa, degna del nostro passato, che dobbiamo fare il possibile per vincere.