Parlare dell’irrilevanza italiana sullo scacchiere internazionale è come sparare su un animale già morto e non ci consola affatto vedere coi nostri occhi che l’Europa conta più o meno come noi.

A parole, tutti a sbracciarsi per qualche colpo battuto dalla UE, possibilmente unitario, ma tutti sappiamo quanto l’Europa sia, allo stato attuale, un’intransitabile utopia. Ma, piuttosto che prendercela con le fantomatiche istituzioni comunitarie, domandiamoci: c’è un’omogeneità di vedute, tra i vari Stati europei e, soprattutto, tra le relative popolazioni, sullo scontro IRAN/USA? C’è sulla Libia e le migrazioni che ne provengono? E su Israele?
Lasciamo stare, forse solo sulla Corea del Nord c’è una condivisione, peraltro solo se Trump non insista troppo con le sue manovre pre-elettorali.

In sostanza, non c’è una visione europea che ne accomuni i popoli ed è inutile darne la colpa alle differenze di lingua o di religione o culturali. Cosa potrebbe accomunare in una visione condivisa situazioni così diverse?

Credo che tale visione esista. Ma solo se assumiamo l’Occidente – e l’Europa ne è parte costitutiva – come contenitore comune di istanze di libertà e il mondo come problema globale.

Ma, ripeto, dentro la gente di centro-sinistra, per fare l’esempio di un pezzo di società che conosco bene, c’è forse una visione condivisa sulla questione Usa/Iran?
E c’è, in America, qualcuno cui freghi un fico secco del tramonto geopolitico dell’Europa? qualcuno pensa, negli USA, che il declino dell’Europa sarebbe una tragedia per tutto l’Occidente?

(Dal profilo fb dell’autore)