Julia Kristeva: “Vedo solo leader fratelli, ma all’Europa in crisi servono politici padri”

Articolo già apparso sulle pagine di Servire l’Italia

A Milano la filosofa e linguista Julia Kristeva riceverà dall’Università IULM la laurea
honoris causa per il contributo fornito alla cultura europea. Il 10 dicembre il Corriere della Sera l’ha intervistata (“Vedo solo leader fratelli, ma all’Europa in crisi servono politici padri. Troppa tecnica, ripartiamo dalle radici cristiane della nostra cultura ben conosciute e testimoniate dai padri fondatori dell’UE”). Ecco cosa vede la Kristeva alla base dell’attuale profondo malessere in Europa: “Una cosa è successa molto tempo fa in Europa: la rottura del filo della tradizione religiosa. Con la rivoluzione francese – né Dio né padroni – abbiamo cancellato Dio, tagliato la testa al Re e messo al loro posto l’ideologia dell’umanesimo, che ha finito per diventare un valore astratto.

La politica è diventata la nuova religione con l’idea che la democrazia possa risolvere i problemi della felicità, dell’avvenire; l’inferno e il paradiso sono su questa terra. Abbiamo dato alla politica responsabilità enormi (…) finendo per vederla ora soffocata dalla finanziarizzazione dell’economia e dalla rivoluzione digitale. In questo stato di cose la politica si riduce a showbiz e carnevale. Trump ne è l’espressione e si adegua alla situazione meglio degli altri. È una politica dell’impotenza e della contabilità, in cui fingiamo di credere di poter fare a meno delle nostre radici cristiane”.

La massoneria, ben radicata nella politica europea, ha certamente contribuito a questo
abbandono delle buone “radici”, ma anche i politici e gli imprenditori cristiani vi hanno
contribuito per non aver capito che la vera salvezza dell’economia si realizza con la
testimonianza e con il rispetto dei valori e dei principi dell’economia della salvezza ricavabili dal Vangelo e dalla dottrina sociale della Chiesa. Purtroppo soltanto i Pontefici delle Encicliche sociali, nonché Toniolo, Sturzo, Adenauer, Olivetti, Ferrero e pochi altri lo avevano capito.

Nonostante gli insegnamenti e i positivi esempi di questi “giganti” del pensiero e dell’azione, i poteri forti della politica e dell’economia non hanno saputo creare la necessaria concordia e armonia tra lavoro e capitale, vera “chiave di volta” per realizzare un sano sviluppo economico-sociale. Chiaro l’ammonimento che Sturzo rivolse al mondo imprenditoriale nel 1951 in occasione del 60° anniversario della “Rerum novarum”:
“Purtroppo da parte dell’impresa libera non si è avuta una chiara concezione dell’apporto
etico della scuola cattolica-sociale, cioè dell’importanza dell’insegnamento papale che spinge il capitalista a cercare la collaborazione di classe insieme all’integrazione delle esigenze dell’altra parte, sempre nel mantenimento della responsabilità personale, che è il presupposto dei diritti e dei doveri dei componenti una vera comunità civile e cristiana”.

I cosiddetti “poteri forti” si sono spesso mostrati “deboli” o assenti nel testimoniare questa fondamentale “vera verità”. Se lo avessero fatto non avremmo avuto l’“urlo” di Marx né ci sarebbero state le tante dannose “rivoluzioni” socialiste, incluse le più recenti (e fallimentari) in Sud America. Noi di SERVIRE L’ITALIA continuiamo a sostenere che non sono stati “utopisti” Gesù e i Pontefici delle Encicliche sociali, bensì lo sono stati e
continuano ad esserlo i poteri forti, politici ed economici, che non credono
alla validità della “vera verità”.