La buona Politica

"Invece di preoccuparti del futuro dovresti provare a cambiarlo finché puoi ancora"

“La buona Politica è al servizio della pace” (Papa Francesco) sia interna che internazionale. In questo tempo, in Italia, sembra latitante sia la buona politica che la pace sociale. L’eco di alti magisteri purtroppo sparisce presto, invece i social rimango impressi in modo martellante. Raramente il Papa ha parlato con tanta chiarezza sulla politica con la p maiuscola; ma quando invita a scelte umanitarie nei confronti dei migranti, il ministro dell’Interno replica “i fedeli sono con me”. Preoccupante per i cristiani! Il cristianesimo non è una ideologia; Gesù Cristo non ha fondato una dottrina, ma ha agito. Il Vangelo non lo si esibisce, lo si deve vivere: ero straniero e mi avete ospitato, ero nudo e mi avete vestito, ero affamato … ero assettato… percorrendo città e villaggi, guariva, sfamava, ammaestrava. Purtroppo forse ancora per qualche mese saremo costretti a vivere una campagna elettorale verso le elezioni europee imperniata sulla fissazione, che oramai ha conquistato gran parte degli Italiani, che è colpa dell’Europa che non si risolve la questione della migrazione. Il fenomeno è complesso, ma è sbagliato attribuire all’Europa compiti che non ha, perché gli Stati nazionali –soprattutto i sovranisti –hanno, e continuano ad impedire un’azione comune. L’attuale governo si è opposto a rivedere il trattato di Dublino per la redistribuzione dei migranti. L’Europa unita – una Federazione di Stati– avrebbe agito di conseguenza. Fino a quando non ci saranno gli Stati Uniti d’Europa, i nazionalismi faranno solo male ai propri popoli.

Nelle difficoltà sia economiche che di ordine sociale una classe politica lungimirante seguirebbe l‘esempio di De Gasperi che nell’Italia distrutta, invece di deprimere il popolo italiano suscitando incertezze e paure, invitava ad avere coraggio e incitava: ”combatteremo, ce la faremo”. Non è lo stile dell’attuale governo che finge unità addirittura per mostrare un inqualificabile disprezzo per le leggi, al punto da far credere che il ruolo politico possa superare – immunizzare – le norme di diritto sia interno che internazionale. Le denunce, come è noto, riguardano comportamenti personali; le leggi del mare sono antiche e da rispettare sempre. Il diritto internazionale umanitario che fonda le sue radici nella convenzione di Ginevra (che ha fondato la Croce Rossa Internazionale) ha avuto anche l’Italia tra i protagonisti. Ebbene tutte queste regole sono irrise da governanti che danno l’esempio agli Italiani che le leggi si possono aggirare, non rispettare, applicare ad personam! Come siamo tornati indietro!

Abbiamo esempi di respingimenti ottenuti con successo: 30mila albanesi sono stati rimpatriati con una efficiente operazione. Il pattugliamento davanti alle acque libiche, attuato da Prodi, ebbe risultati. Certamente è difficile ottenere risultati se la politica estera del governo suscita continue conflittualità con gli alleati che in Europa dovrebbero sostenere l’Italia. Con la Libia, probabilmente, sarebbe utile essere fiancheggiati dalla Francia per poter bloccare a sud di quel disastrato Paese i flussi migratori, perché quando ormai arrivano in Libia i migranti sono sottoposti a torture, raccolti in campi di concentramento, dove le violenze su donne e bambini sono certificate. E si vuole respingere anche le poche decine di vittime prigioniere della Sea Watch! E perché non accordarsi per distruggere le imbarcazioni degli scafisti e attivare operazioni di polizia per raggiungerli in diversi Stati e denunciarli alla Corte Internazionale per delitti contro l’umanità? Perché non attivare la Croce Rossa internazionale per campi di sfollati presso i confini di partenza e verificare la esistenza di condizioni meritevoli di asilo politico?

E la Cooperazione per “aiutarli a casa loro”? Trafficanti di armi e droga devono essere perseguiti con gli strumenti idonei. L’Africa, è noto a tutti, è depredata dai paesi del nord del mondo. E tutto è tremendamente complesso per cui serve una alta e buona Politica con alleanze globali. Tutto, tranne che scaramucce e incidenti diplomatici coi paesi naturalmente alleati. La politica estera di questo governo è deleteria e segnala le grandi differenze di visione, se il ministro della Difesa può fare dichiarazioni che il ministro degli Esteri non conosce ancora, come pure il Primo ministro e i suoi vice.

I vertici 5MS non conoscono certamente la storia dell’Unione Africana e della moneta CFA, che nei 14 Stati che la usano funge da moneta unica come è l’euro per noi Paesi della UE. Se, al tempo del mio impegno nella Croce Rossa Internazionale, avessi dovuto fare il cambio per i diversi progetti, di Paese in Paese, avrei perso, nelle diverse operazioni di cambio, il controvalore di qualche opera da costruire (un pozzo, un ambulatorio). Per fare politica alta e lungimirante, occorre conoscere la storia e la geografia.

L’Europa deve essere un sogno per tutti. Desidero ricordare una frase di De Gasperi: “Qualcuno ha detto che la federazione europea è un mito. È vero, è un mito nel senso soreliano. E se volete che un mito ci sia, ditemi un po’ quale mito dobbiamo dare alla nostra gioventù per quanto riguarda i rapporti fra Stato e Stato, l’avvenire della nostra Europa, l’avvenire del mondo, la sicurezza, la pace, se non questo sforzo verso l’unione? Volete il mito della dittatura, il mito della forza, il mito della propria bandiera, sia pure accompagnato dall’eroismo? Ma noi, allora, creeremmo di nuovo quel conflitto che porta fatalmente alla guerra. Io vi dico che questo mito è mito di pace; questa è la pace, questa è la strada che dobbiamo seguire”.

La buona Politica riguarda anche le opposizioni. Sembra all’opinione pubblica che queste siano piuttosto flebili e i sondaggi così favorevoli all’attuale governo sembrano intimidire coloro che devono alzare la voce in nome e per conto di quella parte del popolo italiano che non è rappresentato dalla maggioranza attuale. Il PD non ha saputo nemmeno spiegare e pubblicizzare la sua scelta del Rei, reddito per sconfiggere la povertà. Questo è il tema: non misure assistenzialistiche ma strutturali. Da un anno parla solo di sè e, in attesa delle primarie, discute dei sondaggi sui candidati. Non interessa nemmeno agli iscritti, figurarsi agli altri. È tempo di spiegare le scelte programmatiche con realismo e credibilità. Gli Italiani si sono un po’ accorti di come funzionano le promesse elettorali quando bisogna guidare lo Stato. L’Italia è povera di culle: politiche per le famiglie e in quella ‘culla’ della società si sconfigge la povertà. È una palestra di convivenza di bisogni sociali, scolastici, sanitari. La vita nelle città deve essere vivibile: pulite, ricche di cultura, sane. Imparare da Brescia, senza andare lontano, per verificare il ciclo positivo dei rifiuti con termovalorizzatori, che distribuiscono energia con grande risparmio. L’ambiente, casa di tutti, da proteggere, conservare e valorizzare. Le infrastrutture di base che creano occupazione e migliorano la qualità dell’ambiente e delle persone: scuole, ospedali, edifici pubblici. Infrastrutture immateriali, come l’istruzione e la formazione per nuovi lavori: informatica, cibernetica, nanotecnologie, spacethecnology, ecc. ecco perché non è facile sostituire un pensionato con un giovane, se non in professioni che denunciano molte necessità e poche risposte: ascoltare artigiani e commercianti.

Mi chiedo perché i nostri governanti attuali non ambiscano ad essere propositivi, non acrimoniosi con gli avversari, non volgari nel linguaggio, non elusivi di risposte franche, in una parola non ambiziosi di “buona Politica”? Per accompagnare il popolo in una elevazione morale e politica a giovamento di tutti.  Raccomandazione anche per gli oppositori