Si è concluso la serie-dibattito “La città dopo la pandemia” pubblicata su Il Bo Live, il magazine online dell’Università di Padova. Di seguito riportiamo l’ultima parte dell’intervento dei due autori, grazie ai quali il dibattito ha avuto inizio e si è sviluppato.

Cristoforo Sergio Bertuglia e Franco Vaio

La città è un sistema complesso, caratterizzato da un livello di complessità estremamente elevato, fra i più elevati osservabili nei sistemi naturali e in quelli sociali. È un sistema composto da un numero elevatissimo di parti componenti, soggette ciascuna a innumerevoli interazioni con tutte le altre parti del sistema città, in forme di tipo ben difficilmente quantificabile o traducibile in formule. 

La città è un sistema complesso che evolve spinto, soprattutto ma non solo – come, nella storia, hanno drammaticamente mostrato guerre ed epidemie fra le quali quest’ultima –, da forze interne, endogene: un sistema complesso che mostra continuamente fenomeni emergenti e stati più o meno temporanei di equilibrio autorganizzativo, e talora anche turbolenze. Non è possibile governare la città in modo esclusivamente dirigistico, come era tendenza comune in passato, senza che essa finisca per spegnere la propria vitalità: la moderna scienza della città si fonda su concezioni articolate, sviluppatesi a partire da numerose discipline differenti, dall’architettura alla scienza dei trasporti, all’economia, alla sociologia e alla psicologia sociale e individuale, alla sanità e alla medicina, e così via. 

Occorre rovesciare il punto di vista tradizionale e partire “dal basso” per governare la città, anche e soprattutto in una fase critica come quella innescata dalla pandemia che si è abbattuta sulla città come un elemento esogeno: indagare nelle aree ove si è in contatto con la realtà, la realtà urbana, in continua trasformazione, ad esempio dove si formano spontaneamente comunità solidali, relazioni collaborative di vicinato, iniziative di prossimità dei servizi in un raggio di percorrenza pedonale o ciclabile, limitata nel tempo. L’urgenza della riorganizzazione territoriale del servizio sanitario nazionale, resa evidente dalla crisi in cui è stato posto dalla pandemia, può essere una fertile occasione per una ampia riflessione sui servizi di prossimità. 

Questo è un importante messaggio, forse il più importante, certamente non l’unico, che possiamo trarre al termine di questa serie-dibattito sul futuro della città dopo la pandemia. Occorre dunque sviluppare gli studi sulla città sistema complesso, anche a partire dai metodi di simulazione di singoli fenomeni o di limitati insiemi di fenomeni. Non c’è, al momento attuale, un sistema logico-deduttivo per i sistemi complessi, al quale possiamo riferirci per tracciare l’evoluzione futura dei sistemi complessi, fra cui la città. Disponiamo di efficaci tecniche informatiche per le simulazioni, che mettono lo sperimentatore in condizioni di tener conto sia di aspetti regolari dei fenomeni fisici sia dei comportamenti mutevoli e variegati degli individui in interazione fra loro, come è stato mostrato in un contributo di questa serie-dibattito con un efficacissimo esempio. Occorre proseguire le ricerche, a supporto delle necessarie decisioni strategiche, soprattutto in questa fase storica di lenta, ma ormai evidente uscita da una fase di crisi sociale e urbana. 

 

Continua a leggere

https://ilbolive.unipd.it/it/news/citta-dopo-pandemia-traiamo-conclusioni