Riceviamo e volentieri pubblichiamo

In un recente articolo su “Il Domani d’Italia” Domenico Cutrona asserisce che la DC è ormai un residuo storico.

L’estensore dell’articolo evidentemente fa parte di quella schiera di democristiani che continuano ad affermare che la DC. è morta.

Dimentica o non sa, che una sentenza della Cassazione ha consacrato che la DC non è mai morta sia giuridicamente che politicamente ed è per questo che discutere di eredi non ha senso.

Dunque storicamente  ed attualmente può affermarsi che la DC vive e se vi sono morti, sono quei democristiani che la hanno abbandonato, alcuni vigliaccamente e molti di questi si sono riciclati in altre formazioni politiche.

Don Luigi Sturzo scrisse a mio padre che se i Democristiani avessero tradito i principi ed i valori insiti nella morale, sarebbero stati annullati dagli elettori.

Così avvenne.

Don Sturzo non affermò mai che la DC sarebbe stata coinvolta nelle vicende drammatiche causate dagli stessi democristiani, “perché la DC è una buona idea e le buone idee non tramontano mai”.

Aggiunse anche che un giorno a Dc sarebbe rinata per la testimonianza di pochi uomini e tra mille difficoltà e iniziative contrarie , armate proprio da ex democristiani, molti dei quali hanno mangiato la carne della DC, lasciandone solo le ossa.

E mio padre Giuseppe, presso il cui studio legale a Caltanissetta, via Cavour 19,organizzò li, il primo Congresso Regionale e Nazionale della DC, e scrisse lo Statuto e con una matita rossa e blù disegnò il simbolo scudo crociato.

Statuto e simbolo che mesi dopo su disposizione del Presidente DE Gasperi, sua Eccellenza Spataro ritirò e che divennero ufficialmente simbolo  scudo crociato e statuto patrimonio del partito del popolo.

In politica si diventa regali quando si serve e non quando si è serviti ed è questo uno dei canoni che oggi i democristiani nuovi e antichi vogliono fare proprio, insieme e contemporaneamente rivitalizzare la politica sociale e popolare sturziana.

Si riuscirà in questa sfida ad essere vincenti ? Non è dato di sapere, ma l’importante non è sapere con chi si va, ma dove si va.