Nell’anniversario della vittoria del 18 aprile 1948 riproponiamo l’editoriale di Attilio Piccioni, all’epoca segretario politico della Dc, apparso sul “Popolo” il 21 Aprile 1948.

La vittoria, la grande vittoria della Democrazia Cristiana: ecco la conclusione dell’ardente lotta elettorale. Ci domandano: l’avevate prevista! Sì, l’avevamo prevista nelle dichiarazioni scritte, sulle piazze, nelle conversazioni, nel convincimento della nostra coscienza. Ma il popolo italiano in uno slancio di comprensione e di fiducia che non ci stupisce, ha voluto consacrarla in misura tale da renderla decisiva. Pietosi appariscono di fronte ad essa i contorcimenti avversari e superflue le analisi sottili o sofistiche. La vittoria, la grande vittoria della Democrazia Cristiana assurge ad avvenimento storico di prima grandezza nell’evoluzione sociale e politica del nostro paese. Essa rappresenta la perenne fecondità, la modestia della concezione democratica cristiana che associa in maniera indissolubile libertà e giustizia, interpreta e risolve armoniosamente, organicamente, le più profonde esigenze del tempo moderno.

Essa è il frutto della fede che anima il Partito, dell’organizzazione che il Partito lievitato dalla fede che ha saputo darsi, dello spirito coraggioso di affermazione e di conquista con il quale ha voluto combattere, della concretezza delle sue impostazioni, delle verità svelate al popolo. E il popolo italiano — in tutti i suoi strati più laboriosi, consapevoli, responsabili — ha sentito tutto questo, ha reagito positivamente, si è sentito attratto dalla grande impresa di vincere la paura, di distruggere il nuovo incubo totalitario che gli si era addensato d’intorno, di rimettere in luce e in onore gli esaltanti valori della coscienza cristiana e della Patria Immortale.

Ma li popolo italiano, oltre questo, con la comprensiva intelligenza di cui Dio lo ha dotato e della quale molti scettici dubitavano, ha interpretalo esattamente i sostanziali aspetti del momento storico che il Paese attraversa, le esigenze economiche, sociali e politiche, che sommuovono il Paese, i pericoli cui andava incontro, le offese alla sue dignità e ha votato per la libertà, ha votato per la democrazia, ha votalo per la pace sociale nella giustizia, per la cooperazione dei popoli liberi, contro la guerra.

La vittoria, la grande caloria della Democrazia Cristiana chiude un periodo, ne apre un altro nella storia del nostro Paese. Pone problemi gravi dl responsabilità, di maturità, di capaciti politica: non ce li dissimuliamo, né andiamo incontro ad essi a cuor leggero: ma non ce li dissimuliamo, non ci intimidiscono, non ci fiaccano. Averne chiara coscienza è già garanzia di saperli risolvere. Li risolveremo nel rispetto del metodo della libertà, e con l’ausilio delle utili collaborazioni democratiche, avendo come unica meta il bene supremo del popolo italiano, Il suo risorgimento immancabile.

La Democrazia Cristiana è fiera di questo suo compito: non deluderà la fiducia che il popolo italiano ha riposto in essa, si dimostrerà pari alla sua grande responsabilità: ne prende solenne responsabilità, ne prende solenne consapevole impegno.