LA DESTRA AVANZA, ANZI SI FERMA, ADDIRITTURA CAPITOMBOLA ALL’INDIETRO: IL (FUTURO) GOVERNO PENCOLA NEL VUOTO.

Le uscite di Berlusconi possono anche apparire bislacche, ma danno il segno di una slabbratura seria della maggioranza. Cosa si nasconde dietro le scompostezze e le ambiguità? 

“La posizione di Forza Italia e del presidente Silvio Berlusconi rispetto al conflitto ucraino e alle responsabilità russe, è conosciuta da tutti, è in linea con la posizione dell’Europa e degli Stati Uniti, ribadita in più e più occasioni pubbliche. Non esistono né sono mai esistiti margini di ambiguità”. Questa la smentita, giunta in serata, alle parole del leader azzurro su Putin e la guerra. È l’ennesimo pasticcio, se non l’ultima provocazione, che viene a complicare l’iniziativa della Meloni in vista delle imminenti consultazioni al Quirinale. Tutto sembrava risolto e tutto s’ingarbuglia di nuovo.

L’uscita berlusconiana giunge a ridosso della visita di Macron a Mattarella e a Papa Francesco. Il Presidente francese, in difficoltà all’interno per gli scioperi e le proteste di piazza come ai tempi dei Gilet jaunes, cerca di riannodare i fili di una iniziativa di pace che arrechi beneficio in prossimità dell’inverno all’opera di stabilizzazione energetica e quindi al rilancio dell’economia. Gli “sproloqui” di Berlusconi, in questa ottica di realpolitik, possono tornare utili, allora, se corrispondenti a una possibilità di ripresa dei colloqui con Putin. Ciò non giustifica la stravaganza della sortita del Cavaliere, semmai aiuta a capire quanto le turbolenze del centro-destra intersechino vicende più complesse, non relative al solo gioco del toto-ministri.

Ora, fino a che punto Berlusconi è deciso a tirare la corda? E quale rischio corre la Meloni nella sue veste di Presidente del Consiglio in pectore? Può accadere, in definitiva, che Mattarella sia costretto a registrare la sostanziale disomogeneità del centro-destra sui punti in agenda, tanto da escludere la formalizzazione dell’incarico alla leader di Fratelli d’Italia? Ogni interrogativo di questo tipo passa per una lucida comprensione dei fatti, al di là delle buone intenzioni. In realtà, il centro-destra muove comunque dall’interesse a tesaurizzare la vittoria del 25 settembre. Sta di fatto, però, che in Europa e negli USA cresce la preoccupazione per il passaggio insidioso da Draghi a un governo neo-conservatore e sovranista. Berlusconi non può ignorare che duri contraccolpi potrebbero interessare le attività della famiglia, specie sul fronte Mediaset. Per questo, a scanso di guai, prova a buttare la palla in tribuna…