Sei mesi fa, Matteo Salvini non avrebbe potuto immaginare che la più grande minaccia alla sua leadership nel partito sarebbe arrivata da uno dei suoi più stretti alleati.

Luca Zaia, governatore del Veneto, è diventato un nome familiare nel paese ed il suo punteggio nei sondaggi è al 51 percento subito dietro il primo ministro Giuseppe Conte, al 59 percento.

Però Zaia è conosciuto all’interno del movimento come un politico che mantiene un basso profilo, cosa che lo porta a minimizzare tutti questi dati.

Però il fatto che la stella di Zaia stia sorgendo non è roba da poco per il panorama politico italiano, ormai da tempo incardinato sulla figura di Salvini come leader indiscusso della Destra.

L’ondata di Zaia nei sondaggi e la crescita nei sondaggi di Fratelli d’Italia potrebbero far pensare ad un avvicendamento al timone del partito dopo le elezioni regionali di settembre.

Insomma, sembra che si ripercorrerà la già nota vicenda leghista.

Un partito storicamente diviso in due fazioni: la Lega Lombarda, ora dominata da Salvini, e la Lega Veneziana, i cui membri si sono sentiti a lungo emarginati e che probabilmente si raduneranno dietro a Zaia, che considerano uno di loro.

Un partito, oltretutto che nasce autonomista e ha nel Veneto il cuore di questo processo storico.

Inoltre a differenza di Salvini, Zaia, europeista convinto, cercherà fino a fine settembre di far parlare il suo lavoro e non i social media.

Secondo Flavio Tosi, ex sindaco di Verona ed ex membro della Lega, la differenza più grande tra Zaia e Salvini è che uno sa governare e l’altro no.

Chissà, se conoscendo il soggetto Salvini, Il governatore non abbia appositamente messo sul tavolo della conferenza quel cesto di ciliege.