La fondazione creata dal leader dell’opposizione russa Alexey Navalny ha chiesto al presidente degli Stati Uniti Joe Biden di imporre sanzioni ad almeno otto figure russe di alto profilo che si dice siano vicine al presidente russo Vladimir Putin.

La Navalny’s Anti-Corruption Foundation (FBK) ha, anche, dichiarato di aver presentato un elenco più ampio, 35 persone in totale. La lettera dice che sette delle 35 persone sono già sugli elenchi delle sanzioni statunitensi.

Navalny per anni ha chiesto sanzioni contro individui che, secondo lui, sono la chiave per “aiutare e incoraggiare” Putin nella “persecuzione” di coloro che “cercano di esprimere liberamente le loro opinioni ed espongono la corruzione nel sistema”.

“L’Occidente deve sanzionare i decisori che hanno reso tale la nostra politica nazionale. Truccare le elezioni, rubare dal bilancio e avvelenare”.  “Non colpire chi gestisce i soldi non farà  cambiare il comportamento al regime”.

Nella lettera, l’elenco di 35 persone è diviso in tre gruppi:
  • “Oligarchi ai quali Putin ha conferito ricchezza e potere, e che li l’esercitano per conto del regime”;
  • “Chi abusa dei diritti umani e chi sopprime le libertà civili e politiche fondamentali”;
  • “Individui specificamente coinvolti nella persecuzione di Navalny e della nostra organizzazione”.

Alcuni esempi chiari sono

Il miliardario russo Roman Abramovich è menzionato nella “rosa dei candidati prioritari”, per quello che FBK descrive come un fattore chiave e un presunto beneficiario della “cleptocrazia del Cremlino”.

Abramovich è il proprietario del club di calcio della Premier League inglese Chelsea. Il ministro della Sanità russo Mikhail Murashko che avrebbe coperto l’avvelenamento di Navalny ed avrebbe ostacolato gli sforzi per evacuare il leader dell’opposizione russa in Germania per cure mediche.

Prendere di mira l’entourage di Putin sarebbe estremamente doloroso per il presidente russo e influenzerebbe la stabilità del suo potere.