La grande sfida: Anidride carbonica (CO2) e la “ Cura del Verde a Roma” che non decolla!

Questa è la sfida che Roma deve vincere

In questa fase, ove il futuro del nostro Paese appare  denso di incertezze, di aspettative, di trasformazioni, e con una situazione  molto complessa e difficile da interpretare, la comunicazione orienta sempre di più  le scelte dei cittadini, sia con le notizie vere che con quelle false come le fake news. Infatti, attraverso le forme e i mezzi di comunicazione tradizionali e moderni, come TV e radio,  carta stampata e social media, si evidenzia spesso che alcune notizie particolarmente significative e importanti, non vengano conosciute della pubblica opinione e non trovano “spazio” o “visibilità”, perché “poco gradite” o  non “considerate notizie” per essere divulgate.

Il riferimento, che è una questione fondamentale per l’umanità,  va sotto il nome di “allarme clima”. Nel 2017 la produzione di anidride carbonica (CO2) è a livelli record. Tale dato  viene formalizzato e comunicato dal rapporto internazionale elaborato dalla Noaa (Agenzia USA per la meteorologia), con il contributo di 500 scienziati in 65 Paesi. Tale rapporto reso pubblico ai primi di agosto,  sottolinea come: “L’uomo non ha mai respirato un’area così satura di anidride carbonica”. Il tasso di crescita della CO2, si legge, è più che quadruplicato rispetto agli anni Sessanta. Le emissioni globali di CO2 sono aumentate, anziché diminuire, dall’adozione del Protocollo di Kyoto del 1997.

Sempre il 2017 è  stato, inoltre, il terzo anno più caldo – dopo il 2016 e il 2015 – registrato dal 1880 a oggi, cioè da quando sono disponibili i dati. I cambiamenti climatici, che incidono anche sulla produzione di anidride carbonica, sono certamente l’aumento della temperatura, gli uragani, e le piogge abbondanti. La stagione degli incendi non è stata particolarmente drammatica a livello mondiale, ma in alcuni Stati – come l’Italia, la Spagna e il Portogallo – in estate le fiamme hanno divorato ettari su ettari di terreno. Significativo per la città eterna,  il grande incendio nella Pineta di Castelfusano sul litorale romano nel luglio 2017, valutato come un vero “ disastro ambientale”, e quelli di quest’anno, giudicati anche di origine dolosa nella stessa area costiera.

Come è possibile limitare e mitigare i danni dell’anidride carbonica, per le conseguenze che può procurare alla salute dell’uomo? Perchè la riduzione delle emissioni di CO2  potrebbero far diminuire i disturbi cardiovascolari e le malattie respiratoria, spesso causa di decessi? Ci sono diverse risposte, ma vogliamo evidenziare quella più semplice e comprensiva, perchè è una nozione che non si può dimenticare: L’albero “mangia” la CO2, e fa da “offset” del carbonio atmosferico, cioè bilancia, compensa e trasforma le emissioni nocive e limita i danni ambientali. Ecco perché un vecchio adagio romanesco richiamava l’albero con  questa frase: “ Assorbe carbonio e restituisce ossigeno”.

Non è un caso che si sostiene, anche dal punto di vista scientifico, che: “ L’albero vive e cresce utilizzando elementi naturali: crea le molecole del legno di cui è costituito essenzialmente grazie all’acqua, all’energia del sole, ed all’anidride carbonica presente in atmosfera. L’albero, attraverso il processo di fotosintesi, sottrae naturalmente CO2 dall’atmosfera, dove questa si accumula, tra cui il più rilevante è costituito dalla trasformazione e consumo di energia operato dall’uomo.

In questo ambito la forestazione urbana ( a parte le aree agricole e le  riserve naturali), che comprende parchi, ville storiche pubbliche e private, aiuole e zone verdi, e gli alberi di città o di strada, rappresentano un grande valore e un patrimonio floreale da difendere e sviluppare. con impegno e continuità, specialmente a Roma, città ricca di verde, e per certi versi unica al mondo. La città eterna è la più verde d’Europa, con i suoi circa 4.000 ettari, all’interno del tessuto urbano e rappresenta motivo di orgoglio per tutti i cittadini romani.

La grande sfida che oggi Roma (e le altre grandi città del mondo, possono contribuire al cambiamento climatico in forma maggiore di quanto previsto), deve affrontare, è fra l’ aumento della CO2, con tutte le conseguenze negative che ne derivano, e le grandi potenzialità del verde urbano della Città Eterna, che dovrebbero essere tenute in  considerazione. Se è vero che si cerca di limitare e ridurre l’effetto serra, e conseguentemente l’anidride carbonica, anche con l’utilizzo di energie rinnovabili, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) denuncia che 9 persone su 10, respirano un’aria troppo inquinata, con valori medi superiori a quanto raccomandato per la tutela della salute dell’uomo.

Il ruolo del verde, per le gradi città metropolitane, non è solo una questione di decoro o di arredo urbano, ma rappresenta come nel caso di Roma, una modalità per tagliare le emissioni di  CO2 attraverso la tipologia del verde che rende la Città Eterna unica, in questo contesto nel quale i problemi del clima sono sempre più centrali, malgrado l’indifferenza e la sottovalutazione di chi ha responsabilità pubbliche in merito.

Quale deve essere il ruolo dell’Amministrazione Capitolina in merito alla “Cura del Verde a Roma” per rispondere alla domanda  dei cittadini che desiderano respirare aria non inquinata? Sarebbe molto lungo fare l’elenco di quello che avviene nel verde urbano di Roma, ma in sintesi si può dire perché gli alberi  si schiantano, oppure perchè vengono spesso ingiustamente tagliati, e le mancate potature oltre le nuove piantumazioni che non si realizzano. Questi accadimenti, che sono presenti quotidianamente sui servizi di stampa e online delle pagine romane, nelle inchieste delle TV del Lazio, oltre che con lettere, proteste e segnalazioni alle sedi competenti, rappresentano  il termometro di ciò che è lo stato di fatto di questa importante e strategica realtà romana.

Ecco perché non si può più improvvisare, e occorre invece programmare interventi finalizzati alla manutenzione, allo sviluppo di una”cura del verde”, che oggi è ancora un discorso teorico e finalizzato a qualche emergenza municipale. Occorre un progetto di largo respiro con un potenziamento dell’Ufficio Giardini, pensando alla sua storia, compresa quella della “scuola giardinieri”, e a un decentramento reale nei Municipi, anche in vista dello sviluppo della Città Metropolitana. Occorre una nuova cultura ed educazione del verde, partendo dalle scuole, con il coinvolgimento degli alunni e delle famiglie, sull’importanza della conoscenza della flora urbana e sulle tipologie del verde. Occorre un piano pluriennale di investimenti pubblici e privati, evitando che le gare per la manutenzione del verde pubblico cittadino siano ferme da mesi, per responsabilità della stessa Amministrazione Capitolina.

Questa è la sfida che Roma deve vincere! Se pensiamo che Chicago è una delle città statunitensi che promuovono la realizzazione di tetti verdi, per ridurre temperature estive e anidride carbonica, e la vegetazione viene piantata anche in cima al  palazzo del Municipio. Questa modalità è stata scelta per favorire il coinvolgimento dei cittadini nella promozione di una cultura ambientalista. A Roma c’è tanto da fare, ma la “cura del verde”, molto pubblicizzata dal governo cittadino, ancora non decolla! La sfida è aperta, e i prossimi mesi ci diranno se la città eterna la vuole combattere per sconfiggere l’anidride carbonica e garantire un clima senza pericoli.