La lezione di Esino Lario

Una lezione di responsabilità dalle piccole realtà amministrative

Tratto dalla newsletter dell’Istituto Bruno Leoni

Nei giorni in cui il sindaco Raggi esultava perché lo Stato si accollerà una parte ulteriore del debito finanziario di Roma, un sindaco di un piccolo paesino lariano annunciava la vendita, pezzo per pezzo, dei pezzi pregiati del suo Comune.

Da una decina di anni a questa parte, il controllo della spesa pubblica ha avuto come principali destinatari i piccoli comuni. Per i governi nazionali, è stato più facile imporre alle amministrazioni locali di tenere i conti a posto, anziché farsi un esame di coscienza. Ai limiti imposti dalla riduzione dei trasferimenti statali e al mancato compimento del principio di corrispondenza tra entrate e spese, promesso dalla riforma del federalismo fiscale del 2009, si sono aggiunte, per i comuni a bassa densità demografica e soggetti a spopolamento, le difficoltà di raccolta di entrate proprie.

Così, il sindaco Pensa del comune di Esino Lario ha pensato di far fruttare ciò che il suo piccolo comune ha e ne ha messo in vendita i lampioni, le panchine, il parco giochi, la casa comunale ed altri beni mobili e immobili anche di valore storico-culturale.

Quella di Pietro Pensa non è una provocazione. Per quanto l’apertura di un sito specifico che emula i siti di e-commerce risponda a una strategia di comunicazione per richiamare attenzione sull’iniziativa e sul precario stato finanziario di un Comune anche ben amministrato, il sindaco ha intenzione serie. Il Comune ha un problema di reperimento delle risorse e per andare avanti, anziché piangere miseria o sacrificare i servizi ai residenti, ha fatto ciò che ogni assennata persona farebbe: vedere in casa ciò che potrebbe avere, anche per altri, un valore e provare a dargli un prezzo.

Ai piccoli Comuni che non hanno la fortuna di essere Roma Capitale e che devono provvedere da sé senza che Pantalone arrivi a salvarli ad ogni grido di aiuto, non resta che provvedere da sé.
Dietro questa iniziativa, non c’è solo l’arguzia e l’intraprendenza di un sindaco, ma anche una lezione di responsabilità che dalle piccole realtà amministrative, molto più vicini alle esigenze delle persone, sarebbe opportuno che arrivasse alle più grandi.