Alessandria Ghisleri, la “maga” dei nostro sondaggisti, ce lo ha spiegato con rara lucidità e chiarezza, come del resto le capita sempre. E cioè, in questa fase, e comprensibilmente, la pubblica opinione italiana è preoccupata essenzialmente della propria salute, del proprio lavoro, del proprio futuro e del clima grigio e plumbeo complessivo che aleggia attorno al paese. Certo, i cittadini sono attenti, anzi molto attenti, alle scelte concrete e alle decisioni del potere politico, cioè del Governo. Anche perchè mai come in questa fase storica, così drammatica e inquietante, c’è tanto attesa per ciò che dice e soprattutto per ciò che decide il Governo.

In un contesto del genere, in attesa del purtroppo temuto ma ormai necessario lockdown, è persin inutile ricordare, e sottolineare, che la politica “normale” è momentaneamente archiviata. E giustamente. Dalla nascita di nuovi partiti – possono tranquillamente riposarsi e riprendere l’agenda il prossimo anno – alle polemichette quotidiane e di potere dei vari Renzi, dal confronto sempre più virtuale sulle primarie del Pd alla formazione di nuove correnti e gruppi di potere all’interno dei partiti. A cominciare da quello strano partito/cartello elettorale che sono i 5 stelle. Ovvero, e senza sminuire nessuno, un saluto momentaneo a tutto ciò che caratterizza l’architrave della politica quotidiana e che ha contribuito, purtroppo, ad indebolire l’autorevolezza e la stessa credibilità della politica.

Ma quello che non si può e non si deve archiviare, anche in una fase difficile e complessa come quella che stiamo vivendo, è che alcune costanti di una politica nobile e di qualità possono essere declinate. Dal come si lavora per ricostruire il “bene comune” alla necessità di misurare la qualità della classe dirigente, dal come si declina e si pratica una vera cultura di governo alla necessità di mettere in campo la competenza e la professionalità della politica e dei politici.

Insomma, anche in una fase drammatica come questa, la politica non è assente. Non può essere assente. Certo, si parla di una concezione della politica che in questi ultimi anni si è sostanzialmente eclissata – causa la cosiddetta rivoluzione grillina carica di antipolitica, di demagogia, di populismo e di qualunquismo – ma che adesso deve ritornare protagonista. E proprio in questa cornice l’apporto dei cattolici democratici e popolari può essere, ancora una volta, decisivo e determinante. Senza disperdere le energie trattando e approfondendo temi virtuali e del tutto avulsi da ciò che vivono e sentono i cittadini italiani.