Nella situazione politica, istituzionale, economica e sociale del Paese, aggravata da una pandemia che non dà tregua, Matteo Renzi ha scelto la strada di una crisi  che,  dopo il voto delle Camere, è solo ferma in un pericoloso surplace. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, nel suo intervento alle Camere, ha offerto la legge elettorale proporzionale, ossia  la precondizione indispensabile per la rinascita di un centro politico ampio e plurale che è l’obiettivo che, anche come Federazione Popolare dei DC, ci proponiamo. Il nostro progetto ha molte affinità con quello  degli amici raccolti attorno al “Manifesto Zamagni”: Insieme, Rete Bianca e altri movimenti e associazioni, ossia la ricomposizione politica dell’area cattolico democratica e cristiano sociale italiana. 

L’esigenza di ricostruire un centro politico ampio e plurale, democratico, popolare, riformista ed europeista, ispirato dai valori dell’umanesimo cristiano, alternativo alla sinistra e alla destra sovranista e populista, impegnato nella difesa e integrale attuazione della Costituzione e a inverare nella città dell’uomo gli orientamenti della dottrina sociale della Chiesa, è presente in entrambi i due raggruppamenti di cui sopra. Anche Gianfranco Rotondi, con l’iniziativa assunta a St Vincent nel Novembre scorso, ha evidenziato l’opportunità di avviare un progetto di ricomposizione dell’area cattolica, popolare, liberale e riformista, sui valori e i principi  dell’enciclica “Laudato SI” di Papa Francesco.

I tre senatori dell’UDC, Binetti, Saccone e De Poli, su cui avevamo puntato per l’avvio di un gruppo parlamentare di centro autonomo al Senato,  hanno scelto, alla fine,  invece, la strada del NO alla fiducia riconfermando la loro collocazione all’area di centro destra. La grave situazione intervenuta in queste ore con le dimissioni del segretario Lorenzo Cesa, a seguito delle pesanti accuse giudiziarie, complica l’intera vicenda. L’avvio di un gruppo parlamentare di un centro democratico, popolare, liberale, riformista, europeista, tanto al Senato che alla Camera, è la condizione sine qua non per garantire l’azione del governo e anche per favorire la ricomposizione politica dell’area cattolico democratica e cristiano sociale.

L’amico Hermann Teusch, della CSU bavarese, membro della Federazione Popolare DC, aveva anche lui sollecitato un voto di fiducia a Conte, sottolineando che era ed è anche questa l’aspettativa degli amici CDU e CSU tedeschi che, con la Merkel e la Von der Leyen hanno favorito l’apertura di credito all’Italia con i fondi della next generation EU e non comprendono la rottura irresponsabile provocata dal senatore di Scandicci. 

Seguiamo con attenzione anche quanto sta portando avanti alla Camera, l’On Bruno Tabacci, intervenuto nel dibattito sulla fiducia, con un discorso nel quale, molto opportunamente, ha ricordato la ricorrenza del 18 Gennaio, data di nascita del Partito Popolare Italiano. Sarà importante vedere se il progetto di un gruppo parlamentare di centro ampio e plurale nascerà in Parlamento, ma ancor più importante sarà avviare un immediato percorso di ricomposizione della nostra area politico culturale tra la Federazione Popolare dei DC e gli amici di Rete Bianca e  Insieme e con tutti coloro che sono interessati a riportare in campo il cattolicesimo politico. Dovremmo evitare di anteporre questioni pregiudiziali di schieramento, inevitabilmente divisive, consapevoli che un centro democratico ampio e plurale, come quello indicato, potrà nascere solo se autonomo e indipendente. Certo la precondizione sarà l’adozione di una legge elettorale proporzionale alla tedesca, con sbarramento e sfiducia costruttiva.

Di qui la necessità di favorire l’adozione di questa legge come indicato e promesso da Conte. Rimanesse “il rosatellum”, il nostro progetto non potrebbe decollare, poiché, in una scelta obbligata bipolare, la nostra area sarebbe immediatamente lacerata tra l’opzione di destra e quella di sinistra, con ampi margini di astensione come è avvenuto dopo la suicida scelta del maggioritario al tempo del referendum Segni…. Prima è indispensabile organizzare insieme una Camaldoli 2021 per condividere con le migliori espressioni dell’intellighenzia cattolica italiana, il programma dei DC e Popolari per l’Italia.

Un programma per la piena attuazione della carta costituzionale e con politiche economiche in grado di corrispondere agli interessi dei ceti medi produttivi e delle classi popolari. A seguire, una grande assemblea costituente nazionale del soggetto politico nuovo,  dalla quale emergerà una classe dirigente di giovani competenti, dotati di grande passione civile e impegnati ad assumere il codice etico del decalogo sturziano alla base dei loro comportamenti politici e amministrativi. Avanti, dunque, da “Liberi e Forti” con quanti sono disponibili per questo formidabile impegno.