La sindrome metabolica (detta anche sindrome X, sindrome da insulinoresistenza, sindrome di Reaven) è una situazione clinica nella quale diversi fattori fra loro correlati concorrono ad aumentare la possibilità di sviluppare patologie a carico dell’apparato circolatorio e diabete.

Si distinguono diverse anomalie metaboliche, quali obesità centrale, dislipidemia, resistenza all’insulina, ipertensione arteriosa e disfunzione endoteliale. La sindrome metabolica racchiude un insieme di fattori di rischio cardiovascolare che si intrecciano per creare un singolo fattore di rischio multiplo per la patologia aterosclerotica, come risulta anche dal report del National Cholesterol Education Program o NCEP che la associava primariamente agli alti livelli di colesterolo-LDL; solo successivamente, altri studi posero le basi per la ricerca di un comune denominatore alla base dell’eziologia di questo insieme.

La prevalenza della sindrome è molto variabile, poiché dipendente dall’età, dal gruppo etnico, dai vari gradi di obesità e dalla predisposizione a sviluppare il diabete mellito di tipo 2. Nei paesi occidentali, quali Europa e Stati Uniti d’America, oltre il 35% degli ultracinquantenni soffre di sindrome metabolica, con una maggior presenza delle donne rispetto agli uomini.

L’aumento nella prevalenza dell’obesità nel mondo comporta una crescita degli eventi cardiovascolari e della mortalità a essi correlata: nessun sistema sanitario parrebbe pronto ad affrontare una tale pandemia e a far fronte a questa emergenza sanitaria. La risposta a tale problema è da ricercare nell’informazione corretta e nella promozione del controllo del peso e dell’attività fisica nella popolazione generale, promuovendo campagne di sensibilizzazione e investendo nella medicina preventiva, la sola in grado di poter aiutare a modificare le abitudini di vita scorrette nei soggetti a rischio e non.

Il segno principale della sindrome metabolica è l’obesità centrale (o viscerale, che nei maschi si manifesta con l’adiposità addominale “a forma di mela”) e il sovrappeso, con l’accumulo di tessuto adiposo intorno alla vita.

Altri segni di sindrome metabolica includono l’ipertensione arteriosa (con le diverse valutazioni del rischio associato), bassi valori di HDL, alti valori di trigliceridi e VLDL, alterata glicemia a digiuno e l’insulino-resistenza.

Condizioni associate comprendono iperuricemia, steatosi epatica non alcolica, sindrome dell’ovaio policistico, disfunzione erettile e acantosi nigricans.

La terapia di primo approccio è sicuramente la correzione degli stili di vita, attraverso l’acquisizione di comportamenti corretti sia alimentari che in termini di attività fisica giornaliera.