L’appello di Bassetti ai cattolici: un nuovo impegno politico contro gli estremismi

Dove finirà il dado cattolico?

Articolo già apparso sulle pagine di /www.huffingtonpost.it di ieri a firma di Maria Antonietta Calabrò

Il Presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti esce allo scoperto oggi con un’intervista all’Avvenire. E lancia “una grande rete per l’Italia e per un futuro solidale ed europeo”. Una rete civica di laici, impegnati per il bene comune. Una rete, dunque, ma non telematica e virtuale: una rete concreta, fatta di persone, gruppi connessi tra loro, dal basso. “La Chiesa – ha precisato Bassetti – non è un partito politico, non può stare all’opposizione di alcun governo. Ma oggi come ieri resta voce critica”. Insomma, il presidente della Cei, dopo mesi e mesi di ribollire di iniziative, ha tratto il dado del rinnovato impegno dei cattolici in politica.

Dove questo dado si fermerà (a cominciare dalle elezioni europee) e con che numeri è presto per dirlo, ma sicuramente l’uscita del cardinale ( uno degli uomini più vicini a Papa Francesco) è segno di una preoccupazione ecclesiastica, sempre più forte negli ultimi mesi. Non tanto per il sovranismo della compagine del governo gialloverde, ma perché il successo delle posizioni più oltranziste (sull’immigrazione, l’accoglienza, il clima, la tutela del lavoro, l’Europa) sta a dimostrare che le prese di posizione del Pontefice e della Chiesa italiana non costituiscono più metro di giudizio per i cattolici quando si parla di solidarietà e di convivenza sociale e politica, e che prevale una visione umana atomizzata alla rincorsa di un particolare immediato e senza orizzonte. In un clima complessivamente incattivito.

I cattolici “non possono sottrarsi all’impegno sociale e politico”, se “vogliono essere fedeli al Vangelo”, aveva detto a fine novembre il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, rinnovando l’appello per un maggiore impegno in politica in un messaggio indirizzato all’arcivescovo Mario Delpini di Milano in occasione di un incontro dedicato a “Economia e società per il bene comune. La lezione di Giuseppe Toniolo”, che si è tenuto all’Università Cattolica di Milano per ricordare la figura del beato, protagonista del movimento cattolico italiano tra il XIX e l’inizio del XX secolo. Un evento promosso dal Comitato per il Centenario del beato Giuseppe Toniolo, organismo composto, tra gli altri, dall’Azione cattolica, dall’Università cattolica del Sacro Cuore, dall’Istituto Sturzo, dalle diocesi di Pisa, Treviso e Vittorio Veneto.

A ottobre, il cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione dei Santi, ricordando Paolo VI – alla vigilia della canonizzazione – ha sottolineato che Papa Montini aveva esaltato tantissimo l’impegno dei cattolici in politica. E, parlando dell’attuale situazione, ha aggiunto: “In effetti è impressione comune che i cattolici non siano più protagonisti come un tempo nella gestione pubblica del Paese. Restano sì posizioni individuali, anche apprezzabili, ma si deve riconoscere che manca un contributo organico. Con questo non voglio affatto parlare della riesumazione di un partito unico – ha continuato Becciu – ma della necessità che si propongano come gruppo fiero di un patrimonio di tutto rispetto di idee, di cultura, di dottrina sociale da mettere a servizio del Paese. Abbiamo bisogno di uomini coraggiosi che sappiano coniugare i valori evangelici in cui credono con i valori democratici e costituzionali. Non dimentichino la frase di Paolo VI: la politica è la forma più alta della carità».

Accenti preoccupati sulla situazione interna italiana si sono sentiti all’inaugurazione delle celebrazioni per il centenario dell’appello di don Sturzo “Ai liberi e ai forti” ( che ricorrerà il 18 gennaio 2019) proprio all’Istituto Sturzo, il 29 novembre, da parte del padre Francesco Occhetta, scrittore della Civiltà cattolica, e “politologo” della Compagnia di Gesù.

Nella sua intervista ad Avvenire, Bassetti ha anche detto che compito della Chiesa è solo quello di annunciare Gesù Cristo, ma che è ” auspicabile un impegno concreto e responsabile dei cattolici in politica (…) è un impegno che spetta senza dubbio ai laici. Laici che, però, non solo devono essere adeguatamente formati nella fede, ma sono chiamati ad assumere come bussola dei loro comportamenti quella ‘visione martiriale’ della politica evocata da papa Francesco. La politica per i cristiani non è il luogo per fare soldi o per avere il potere. È all’opposto il luogo del servizio, di chi non si lascia corrompere e del martirio quotidiano. Come pastore ho il dovere di ricordare e suggerire ai laici di servirsi di quel tesoro prezioso che è la Dottrina sociale della Chiesa. Un tesoro a disposizione dell’umanità intera, ma che non è ancora stato compreso appieno”.

Dove finirà il dado cattolico? Becciu ( che per sette anni ne era stato un po’ l’omologo, come “ministro dell’Interno” vaticano) ha partecipato il 6 novembre alla presentazione del libro “Sicurezza e Libertà” di Marco Minniti che adesso però si è però ritirato dalla corsa alla segreteria del Pd. Mentre Martina rilancia Gentiloni (cattolico) come premier. Il vice premier Salvini che pure oggi a Mezz’ora in più, ha voluto correggere l’analisi di alcuni commentatori di una svolta moderata della Lega, ha parlato di “buonsenso e concretezza”. Dopo aver citato De Gasperi, a piazza del Popolo, ha cioè usato la “parola”-brand di Giulio Andreotti.