Lavoratori fragili, un’altra battaglia vinta.

 

Per chi questa battaglia? Chi ne dovrebbe beneficiare? Provinciali risponde che i cosiddetti lavoratori fragili, cui s’indirizza la normativa appena varata, sono gli immunodepressi, i chemioterapici, gli affetti da malattie degenerative – ad esempio lartrite reumatoide – gli invalidi, i titolari di legge 104/1992. Ora bisogna guardare avanti.

 

Francesco Provinciali

 

Il Senato in data 23 settembre 2021 ha approvato in via definitiva l’ennesimo provvedimento legislativo (conversione del DL 111 del 6.8.2021, il cd. ‘Decreto Green pass’) che  ancora una volta “mette una pezza “ alla lunga vicenda dei lavoratori fragili, troppo spesso ignorati dalla politica al punto che abbiamo dovuto rincorrerla, fare pressing anche a costo di esporci o di essere giudicati insistenti: ma ci sono principi e valori nella vita che non si possono eludere. La difesa ad oltranza dei più deboli è uno di questi ed è stata una battaglia che ha caratterizzato la nostra presenza attenta, vigile e sollecita nei confronti del Governo e delle forze politiche e sindacali.

 

Era già accaduto con l’art 481 della legge di bilancio 2021 n°178 del 30/12/2020, poi con il ‘Decreto Sostegni’ del 19 marzo 2021 eravamo riusciti a far introdurre nei testi legislativi degli emendamenti che postulavano due principi per noi essenziali e fondamentali: la possibilità di accesso allo smart working e l’equiparazione dell’assenza dal servizio al ricovero ospedaliero, al di fuori del periodo di comporto contrattuale, per i soggetti dichiarati dal medico competente o dalle autorità sanitarie temporaneamente non idonei in situazione di perdurante pandemia, entrambi accompagnando in parallelo la proroga dello stato di emergenza.

 

Per chi ci siamo battuti? Chi abbiamo voluto tutelare? I cosiddetti lavoratori fragili: gli immunodepressi, i chemioterapici, gli affetti da malattie degenerative come l’artrite reumatoide, gli invalidi, i titolari di legge 104/1992. E lo abbiamo fatto scrivendo articoli su articoli, sempre inviati con nota di accompagnamento firmata (per assumerci le nostre responsabilità) al Presidente del Consiglio, all’Ufficio Disabili di Palazzo Chigi, ai Ministri della Salute, del Lavoro e della Pubblica istruzione, attraverso le vie istituzionali (segreterie, capi di gabinetto, uffici tecnici, ecc…).

 

Lo rifaremmo ancora e lo rifaremo ogni qualvolta ce ne sarà bisogno. Ecco i tre articoli che avevamo pubblicato e spedito alle Istituzioni dello Stato sopra citate:

https://ildomaniditalia.eu/lavoratori-fragili-e-smart-working-si-riparte-da-capo/

 

https://ildomaniditalia.eu/lavoratori-fragili-normativa-rinnovata-ma-incompleta/

 

https://ildomaniditalia.eu/i-soldi-per-i-redditi-di-cittadinanza-ci-sono-per-i-lavoratori-fragili-no/

 

Adesso che tutti insieme siamo riusciti ancora una volta ad ottenere i due risultati sopra richiamati invitiamo tutti coloro che si trovano in condizione di “fragilità accertata e certificata” a far valere i propri diritti. Nella speranza che in futuro, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la politica agisca con tempestività e immediatezza: ora la prassi dovrebbe essere un fatto consolidato, senza bisogno di solleciti. E soprattutto che fornisca informazioni chiare e tempestive: basta con le norme retroattive, quando le persone sono state costrette a compiere scelte al buio. Una persona che non sta bene, che ha problemi di salute gravi (non “inventati”) avrebbe bisogno anche di ricevere quella umana comprensione che ci rende persone civili.

 

Grazie a tutti coloro che hanno condiviso questa lunga, ‘giusta’ battaglia.