“La crisi italiana è di lungo periodo, le nostre previsioni stimano un calo del pil nazionale del 9,3% in linea con stime governo”. Lo dice il direttore della Svimez, Luca Bianchi, nel corso di un’audizione in commissione Bilancio della Camera.

“Questa crisi – aggiunge – nel 2020 avrà un impatto forte in tutte le aree del Paese, con un calo del pil stimato al 9,6% nel Centro-nord e dell’8,2% nel Sud. Anche su qui ci sarà una crisi più forte sull’occupazione con un calo previsto del 6% a fronte del meno 3,5% del Centro-nord”. Per Bianchi “questo vuol dire che su una stima di un milione di posti di lavoro che si possono perdere nel 2020 circa 400 mila sono collocati nel Mezzogiorno. Quindi i dati confermano che l’impatto sociale della crisi potrebbe essere più forte di quello economico”.

“E’ interessante rilevare però cosa accade secondo il nostro modello nel 2021. Queste stime sono state effettuate considerando l’impatto economico delle misure messe in atto dal governo fino ad agosto 2020, però ovviamente non tengono conto dell’impatto del Recovery fund”spiega ancora Bianchi. “Ciò che allarmerebbe- aggiunge- è che si torna sostanzialmente al quadro economico territoriale che c’era prima della crisi. Cosa vuol dire? che nel Mezzogiorno la fase di ripresa sarebbe molto meno forte che nell’altra parte del Paese”. Lo Svimez, infatti, “stima per il 2021 una crescita sostanzialmente più che dimezzata nel mezzogiorno che quindi recupererebbe soltanto un quarto del pil perso nel corso del 2020”.

“E’ evidente l’esigenza di formulare un piano di rinascita del Paese, che proponga una realistica prospettiva di sviluppo equilibrato. Riteniamo perciò pericolosamente illusoria- aggiunge- l’ipotesi, ventilata più o meno esplicitamente, di privilegiare un uso delle risorse europee in arrivo ai fini di una intensa ed accorta manutenzione e revisione del sistema vigente, minato in qualche misura a ripristinare la normalità di prima”. Per Bianchi “una simile scelta richiederebbe di confermare la lunga stagnazione sperimentata dalla nostra economia”.

“La crisi italiana è di lungo periodo, le nostre previsioni stimano un calo del pil nazionale del 9,3% in linea con stime governo”. Lo dice il direttore della Svimez, Luca Bianchi, nel corso di un’audizione in commissione Bilancio della Camera. “Questa crisi – aggiunge – nel 2020 avrà un impatto forte in tutte le aree del Paese, con un calo del pil stimato al 9,6% nel Centro-nord e dell’8,2% nel Sud. Anche su qui ci sarà una crisi più forte sull’occupazione con un calo previsto del 6% a fronte del meno 3,5% del Centro-nord”. Per Bianchi “questo vuol dire che su una stima di un milione di posti di lavoro che si possono perdere nel 2020 circa 400 mila sono collocati nel Mezzogiorno. Quindi i dati confermano che l’impatto sociale della crisi potrebbe essere più forte di quello economico”.