Lazio: lo strepitoso Giardino di Ninfa

Il Giardino di Ninfa, che si trova nel comune Cisterna di Latina in Lazio è una splendida oasi naturalistica, che sorge accanto all’incantevole borgo medievale di Sermoneta. Dopo la pausa invernale, riapre i battenti ai visitatori.

Il giardino di Ninfa è un monumento naturale situato nel territorio del comune di Cisterna di Latina, al confine con Norma e Sermoneta. Si tratta di un tipico giardino all’inglese, iniziato da Gelasio Caetani nel 1921, nell’area della scomparsa cittadina medioevale di Ninfa, di cui oggi rimangono soltanto diversi ruderi, alcuni dei quali restaurati durante la creazione del giardino.

Nel ‘300 Ninfa fu saccheggiata e distrutta per mano di Onorato Caetani, sostenitore dell’antipapa Clemente VII, avverso al ramo dei Caetani che possedevano Ninfa. La città, rasa al suolo, fu abbandonata e mai più ricostruita anche a causa della malaria che imperversava nella zona. La costruzione del bellissimo giardino fu voluta da Gelasio Caetani nei primi anni ’20. L’ultima erede e appassionata proprietaria del giardino incantato fu Lelia Caetani che abbinò piante e colori come si fa in un quadro e non ostacolò la naturale crescita delle piante. Rimasta senza eredi, costituì la fondazione Roffredo Caetani per garantire la cura del giardino e valorizzare il territorio lepino di cui fa parte.

Il giardino, della grandezza di otto ettari, è un giardino all’inglese che ospita al suo interno oltre un migliaio di piante ed è attraversato da numerosi ruscelli d’irrigazioni oltre che dal fiume Ninfa: il fiume prende origine dall’omonimo laghetto di natura risorgiva e scorreva, fino alla bonifica integrale, per oltre 40 chilometri nell’agro pontino nel primo tratto col nome Ninfa e poi col nome Sisto, fino a sfociare tra Terracina ed il Circeo; a partire dagli anni ’30 le acque risorgive sono state tuttavia deviate, poco a sud del giardino, nel corso del Collettore delle Acque Medie, separandole quindi dal corso del Ninfa/Sisto. Nelle acque dell’alto corso del Ninfa vive la Trota macrostigma, localmente conosciuta anche con il nome di Trota di Ninfa.

Nei pressi della chiesa di San Giovanni è possibile osservare un noce americano, diversi meli ornamentali, un acero giapponese a foglia rosa, un faggio rosso, un acero a foglie bianche e un pino a foglie di color argento. Alla spalle della chiesa di Santa Maria Maggiore una bignonia gialla, un gruppo di yucca e diversi roseti, mentre presso la facciata principale si trova un cotinus coggygria, chiamato anche albero della nebbia, con delle infiorescenze a piumino rosa, simili a zucchero filato ed un cedro sul cui tronco è poggiata una tillandsia, pianta senza radici che ricava il nutrimento dall’umidità dell’aria. Lungo il viale dei cipressi delle erythrina crista-galli, fiori di colore scarlatto simili ad uccelli tropicali, mentre lungo il viale delle lavande dei ciliegi penduli, un pino dell’Himalaya, dei banani, un pino messicano ed un’acacia sudamericana. Nella zona dedicata al giardino roccioso si trovano iberis, eschscholzia, veronica, alyssum, aquilegia, dianthus e melograni nani. Vicino al ponte del macello si trovano clematis armandii a fiori viola, ortensie rampicanti, aceri, un pioppo; proseguendo lungo il fiume si incontra un boschetto di noccioli, un acer saccharinum e un liriodendron tulipifera, chiamato anche albero dei tulipano.

È un luogo congelato nel tempo, dove forte è il ricordo della piccola città medievale, se ne trova traccia nei ruderi della chiesa e in quel che resta del castello. L’Oasi di Ninfa è il luogo perfetto per i prossimi weekend di primavera.