Sembrava che in Friuli Venezia Giulia solo Ettore Rosato avesse aderito a Italia Viva, il nome del nuovo soggetto politico varato da Matteo Renzi, invece così non è.

A testimoniarlo c’è la Leopolda del fine settimana precedente. Rosato si è presentato nella sua veste di coordinatore nazionale. In prima fila gli è stato riservato il posto principesco. Sul palco ha registrato, di fronte al suo pubblico, la mansione che gli è stata affidata.

Nell’oscurità della platea c’era sicuramente l’ex Segretaria regionale del Pd Antonella Grim. Poi un pienissimo vuoto di rappresentanti regionali.

Da fonti ufficiali sembrerebbe che dal Pd spicchi il volo verso Italia Viva qualche Consigliere regionale piddino. Bocche cucite. Nessuno dice nulla, qualche smentita di una settimana fa. Ma insistenti sono le voci e gli scritti, che potrei sempre, a chi volesse, far giungere, che dichiarano un passaggio da una casacca all’altra dalle fila del Pd alla nuova formazione.

Danno per scontato che questo avverrà. Corro con gli occhi su ognuno dei Consiglieri regionali e cerco di farmi vincere dall’intuizione per capire chi mai sia o chi mai siano.

L’articolo, fonte renziana, non precisa se si tratti di una singola unità o se invece si giunga persino alla pluralità. A certificare la falsità di una simile trovata, potrebbe essere una dichiarazione sottoscritta da tutti i Consiglieri che smentirebbe queste oscure intenzioni.

Alla Leopolda, va riconosciuto non c’è stato alcun Consigliere regionale del Pd del Fvg. Basta questo segnale? Eh no, non basta proprio. Le strategie di Renzi le conosciamo: erodere lentamente con scientifica determinazione la cassaforte in mano a Nicola Zingaretti.

Infine, una nota di colore. Un corregionale si è alla fine rivelato un discepolo del pensiero renziano. Lo ha dichiarato, lo abbiamo visto e almeno questo, non ha palesato tentennamenti di sorta.

Si tratta del compagno Alessandro Maran. Pare che le cooperative del Fvg, cooperative rosse, ovviamente, lo abbiano promosso tra i quadri dirigenti del pensiero Marxista.

Ditemi voi chi mai sia ubriaco, perché non riesco più a capire il senso che giustifica comportamenti tra loro in così netta distonia. Sono i compagni delle cooperative che non sanno la marca di centro che caratterizza l’orientamento di Maran o è quest’ultimo che non sa mettere pace a se stesso: nel Fvg con la casacca rossa, a Firenze con lo sfrontato liberismo in capo all’uomo di Rignano?

Ditemi voi se questa confusione può essere utile al nostro Paese. Va bene qualche contraddizione ma qui siamo proprio a degli spropositi letterari, a qualcosa di fumoso, di indigesto anche per chi, nel tempo, ne ha viste tante.