L’irruzione violenta di Covid-19 nel conflitto geopolitico globale in corso da tempo ha creato un imprevisto mutamento di scenario, nel quale la guerra psicologica e la disinformazione giocano un ruolo viepiù importante. Onorevole, che peso specifico assumono le continue fake news immesse in rete in tale contesto?

La campagna delle fake news che ha colpito l’Italia, che in termini tecnici viene definita “infodemica”, non è una variabile indipendente da ciò che sta avvenendo.
Approfittando della complessa, e drammatica, situazione ingenerata dal Coronavirus, che ha determinato una situazione di “stress-test” per l’intero sistema, vi sono in campo azioni condotte da vari soggetti (entità statuali, attori para-istituzionali, speculatori di varia natura) che mirano a obiettivi di destabilizzazione, da un lato, e di condizionamento della pubblica opinione, dall’altro.
Non è un fenomeno isolato, sul piano internazionale. Nelle ore in cui al Copasir si dibatteva della relazione, il New York Times informava su una campagna di disinformazione condotta negli Usa sui social e via sms mirata a diffondere negli Stati Uniti il panico per il Coronavirus, campagna fatta risalire a iniziativa dell’intelligenze cinese con tecniche non dissimili a quelle utilizzate dalla Russia per influenzare le elezioni presidenziali del 2016.

Dunque, si conferma la caratura geopolitica di queste operazioni di disinformazione condotte spregiudicatamente sui media internazionali?

Questo fenomeno delle “fake news” va inquadrato all’interno di un contesto geopolitico, che vede la crisi di legittimità degli Stati Uniti e il riorientamento strategico Usa verso l’Asia, con conseguente  braccio di ferro con la Cina (una tendenza strategica di lungo periodo, non riconducibile al solo Trump e quindi destinata comunque a sopravvivergli).
Una situazione che ha reso l’Atlantico più largo, e ha creato, da un lato, lo scontro per il nuovo dominio globale tra USA e Cina e, dall’altro, una nuova strana coppia in parallelo, fatta del partenariato tra Federazione Russa e Repubblica Popolare Cinese.
Con una sostanziale differenza per quanto riguarda l’ordine globale: la Cina si sta organizzando con le proprie forze per produrre un diverso ordine globale, mentre la Russia cerca di farsi spazio tra le potenze di prima fila. La Cina, con la “Via della Seta”, gioca all’attacco e punta a penetrare e colonizzare l’Occidente, mentre la Russia gioca in difesa puntando a farci dipendere dalle proprie materie prima, senza la cui vendita le esauste casse russe andrebbero al collasso.

L’Italia come si colloca in questo teatro di rinnovata “Guerra Fredda”, sebbene in forme diverse e inedite, ma non meno acute e destabilizzanti degli equilibri strategici?

Nel confronto democrazia-autocrazia attualmente in corso, e che vede l’Italia territorio al tempo stesso di nuova frontiera della guerra fredda del terzo millennio e luogo di intersezione tra le tre maggiori potenze globali, il Coronavirus è il palcoscenico perfetto che i regimi autocratici aspettavano per mostrare di essere più efficienti ed efficaci a contrastare il virus. Nasce da qui l’accresciuta intensiva della campagna di disinformazione, che in bassa frequenza continua durante tutto l’anno.

A suo parere, dunque, i valori e le forme della democrazia – dati troppo frettolosamente in crisi cronica – ne risulteranno paradossalmente rafforzati da questo titanico scontro?

I Paesi saranno giudicati per come hanno saputo gestire la crisi. Italia, Corea del Sud e e Germania ci stanno dimostrando che le democrazie sono meglio delle autocrazie, quando si organizzano, perchè garantiscono migliori  risultati sanitari e meno diminuzione della libertà. Chi utilizza le bugie sulla rete, organizzando soprattutto sciami di notizie false su social, messaggistica istantanea e siti web, vuole sovvertire la realtà e far passare la percezione che il nostro tradizionale sistema di valori e di alleanze sia desueto e abbia voltato le spalle all’Italia in questa drammatica vicenda. Cosa ovviamente non vera.