Le figure di Piersanti Mattarella e Pio La Torre: un convegno della Società San Paolo ne ha celebrato il ricordo.

 

Liniziativa ha avuto un carattere eminentemente culturale, ma si è distinta altresì per una volontà di testimonianza nella lotta contro la mafia, presente sul territorio agrigentino, in passato anche colpito duramente dalle organizzazioni criminali.

 

Vincenzo Martorana

 

Lo scorso 7 maggio in Bivona (AG), su impulso del Centro Culturale della Società San Paolo, si è tenuto il convegno: “Piersanti Mattarella e Pio La Torre: la politica come vocazione”. Sono intervenuti il sindaco Milko Cinà e l’assessore alla cultura Angela Cannizzaro (coorganizzatori dell’evento), Vito Lo Monaco (presidente del Centro Studi Pio La Torre), Pierluigi Basile (autore del libro su Persanti Mattarella: “Le carte in regola”), Francesco D’Onofrio (emerito all’Università La Sapienza di Roma, già ministro della Repubblica) che aveva collaborato con Piersanti neo eletto presidente della Regione Sicilia. Ha coordinato i lavori Vincenzo Martorana, per il Centro Culturale San Paolo. Presente in sala una delegazione degli studenti degli istituti scolastici superiori con la preside Giusy Gugliotta, anche lei intervenuta.

 

Dal dibattito è emersa la statura gigantesca e la natura testimoniale dei due uomini politici siciliani; l’assunzione di responsabilità per il bene comune e il senso del dovere che li avevano consapevolmente condotti all’estremo dono di sè, pur provenendo da diverse esperienze formative e di partito.

 

Piersanti Mattarella, il più grande presidente della Regione Sicilia. Nato il 24 maggio 1935 a Castellammare del Golfo, formatosi da giovane nell’Azione Cattolica, ne porterà avanti gli insegnamenti maturati negli anni a venire. Il suo impegno politico e culturale, infatti, riverbera la centralità del Vangelo nelle scelte ispirate alla giustizia e alla correttezza istituzionale. Egli spende tutti i suoi giorni dedito al lavoro finalizzato a servire fedelmente la Polis.

 

Sin da giovane: carismatico, incline all’ascolto, punto di riferimento per il bene, coraggioso, leale, generoso, autenticamente religioso. Martire della Politica. Egli tocca, infatti, gli interessi economici della mafia a Palermo e in Sicilia, con la sua visione controcorrente di una Regione “con le carte in regola” e orientando la propria azione legislativa per mettere ordine dove regnava il caos del “sacco di Palermo”, di una presenza mafiosa all’interno della DC siciliana, nonché delle tante storture burocratiche e amministrative da cui la mafia traeva linfa e finanze ingenti. Viene ucciso il 6 gennaio 1980 a Palermo, mentre con la propria famiglia si recava in automobile alla Messa dell’Epifania.

 

Pio La Torre nasce il 24 dicembre 1927 a Palermo. Egli inizia il suo cimento socio-politico con la Federterra e poi con la CGIL, attraverso cui difende con abnegazione i braccianti sfruttati dai “capibastone”, già mettendosi di traverso agli interessi dei mafiosi. Si iscrive successivamente al Partito Comunista Italiano, vicino ad Enrico Berlinguer (come Piersanti era vicino ad Aldo Moro), indirizza la proprie scelte politiche efficacemente al contrasto della mafia: a lui si deve (postuma) la legge Rognoni-La Torre che colpisce i patrimoni dei mafiosi, oltre che la sanzione del reato di associazione di tipo mafioso. Il suo slancio caritatevole a favore dei diritti dei braccianti lo accomuna a Giuseppe Di Vittorio, a Giacomo Matteotti, al giovane Don Luigi Sturzo. Viene ucciso il 30 aprile 1982 a Palermo insieme al compagno di partito Rosario Di Salvo.

 

L’iniziativa culturale si è distinta per la presa di posizione contro la mafia, presente sul territorio agrigentino, in passato anche colpito duramente dalle organizzazioni criminali. Dunque la cultura e l’educazione come strumenti di emancipazione territoriale dei contesti insidiati dal malaffare, dalla corruzione, dalla prevaricazione e dal prepotere della mafia.

 

Lo scopo è servire le nostre comunità e non servirsene per spadroneggiare: è anche l’insegnamento di Don Luigi Sturzo, nonché, in fondo, del Buon Pastore che cura il gregge, cerca chi rimane indietro e offre con responsabilità la propria vita per proteggere e salvare la collettività insidiata dalla efferatezza dei briganti di turno.

 

 

*Vincenzo Martorana

Cooperatore Paolino, Centro Culturale – Società San Paolo