“Fuori dallo spazio europeo torneremo sudditi perché non saremmo in grado di affrontare nessuna priorità. Pensateci”. Queste sono alcune delle parole che David Sassoli ha pronunciato davanti al Parlamento Europeo.

Sono effettivamente parole che non possono suonarci indifferenti quando in Europa si rischia la spaccatura totale tra i paesi, dando nuovamente spazio alle pressioni economico politiche degli USA, che possono trasformare ancora una volta tutti noi cittadini d’Europa in ostaggi di una possibile e brutale politica di revanscismo tra le due più grandi potenze della terra, o forse tre se guardiamo alla Cina.

Oltremanica già stiamo subendo le continue minacce di una Gran Bretagna, che, tutto sommato, ha i suoi problemi interni, e va avanti con il “brexit si, brexit no” come se fosse una danza di cui tutti siamo già parecchio stufi.

Il discorso di Sassoli mi ha fatto riandare alle pagine del mio libro pubblicato nel 2011 su Pietro Pavan. Egli nel 1947 partecipò al congresso di Friburgo e ne stese, successivamente, un resoconto ben dettagliato. All’epoca le paure erano due: una forte ripresa della Germania – siamo a due anni dalla fine della seconda guerra mondiale – e il comunismo. Pavan ebbe a scrivere anche come tra movimenti europeisti genuini ve ne fossero alcuni “di ispirazione socialista, leninista-radicalmassonica”. Pio XII era un fervente sostenitore dell’Europa unita e la Santa Sede prende posizione ufficialmente nel 1948, dopo il colloquio del papa con il genero di Churchill, Duncan Sandys. Questo porterà i cattolici italiani a fondare il CAE (Centro di Azione Europeista), in cui Pavan lavorerà assiduamente.

Ma vorrei riportare testualmente ciò che scrissi nel libro: “La sua analisi lo porta a ritenere che di fronte all’agitarsi di tante idee i cattolici devono prendere posizione. Possono tergiversare, aspettare il momento propizio per intervenire, oppure ‘essere presenti con un’azione consapevole ed organizzata’. Ed a parecchi stava a cuore la seconda alternativa“.

In un suo discorso nel 1948 Pavan dichiara esplicitamente che “senza una unità europea sia economica che politica in alternativa c’è solo la morte dell’Europa. E sottolinea che il ruolo dei cattolici nella realizzazione dell’unità europea è imprescindibile “.

A questo punto della nostra storia, come italiani e cattolici, forse dovremmo riflettere, ma soprattutto agire e farlo subito. Don Sturzo scriveva nel 1950 a Veronese: “l’avvenire dell’Europa sia orientato verso il cristianesimo, abbandonando quel laicismo che ne ha avvelenato la vita pubblica“.

Credo che non ci sia altro da aggiungere alle parole di questo padre della Democrazia.
Caterina Ciriello