L’Europa può ancora affidarsi agli Stati Uniti per le politiche di sicurezza? Questa è una domanda che non possiamo come europei trascurare, sopratutto, dopo le elezioni americane.

Infatti anche se Joe Biden promette un approccio molto diverso in politica estera rispetto all’America First, la dottrina di Donald Trump in questi anni ha intaccato i legami con gli alleati storici (come l’Unione europea o il Canada) e favorito un approccio più economicistico alle questioni geopolitiche.

E questo ha comportato una diminuzione della credibilità e dell’influenza degli Stati Uniti nel mondo.

Nel frattempo, le sfide globali che devono affrontare gli Stati, dal cambiamento climatico alla migrazione di massa, alla distruzione tecnologica e alle malattie infettive sono diventate più complesse e più urgenti.

Allora qual è un’alternativa credibile? Dobbiamo, prima di tutto noi europei, essere abbastanza realistici e abbastanza coraggiosi da difendere un’Europa che protegga i suoi valori e agisca come garante di un ordine democratico liberale in un mondo caotico.

Il nostro ministro alla difesa aveva già spiegato che “L’Italia sostiene con convinzione il rafforzamento della politica di sicurezza e Difesa europea, in linea con l’ambizione di un’Europa più marcatamente geopolitica”. Infatti già a giugno, il ministro firmava con le colleghe di Francia, Spagna e Germania una lettera all’Alto rappresentante chiedendo di alzare il livello d’ambizione (e di risorse).

Non possiamo più permetterci un’Europa, sempre più politicamente muta, che non riesce a misurarsi con la dimensione del potere nelle relazioni internazionali. Infatti pur trovandosi al centro di un quadro geopolitico in rapida evoluzione, l’Europa è bloccata nelle possibili iniziative estere a causa di ciniche e opportunistiche divisioni politiche, la cui visione non va oltre egoistici interessi di parte o le prossime elezioni nazionali. Dobbiamo superare gli egoismi statali e schierarci senza se e senza ma a difesa dei nostri valori democratici fondanti.

Ma per fare questo l’Ue deve imparare a pensare come una potenza geopolitica, definire i suoi obiettivi e agire strategicamente in maniera unitaria.