Mentre i leader democratici e repubblicani del Congresso la scorsa settimana hanno negoziato un pacchetto di aiuti per il coronavirus da $ 900 miliardi, il presidente Trump è rimasto in disparte.

La mancanza di interesse del presidente per il processo legislativo però, non è una novità, bensì una costante dei suoi quattro anni alla Casa Bianca.

Tranne quando, ovviamente, si doveva prendere il merito dei più grandi successi del Congresso.

Ricordiamo un pacchetto di tagli alle tasse voluto dai repubblicani e una revisione della giustizia penale scritta in gran parte dai democratici. Ha promesso accordi bipartisan su immigrazione, controllo delle armi, progetti infrastrutturali e altro, senza mai portarli a termine.

Il suo ruolo nel processo legislativo è stato il più delle volte disarmante. Le direttive il più delle volte erano trasmesse in tweet, spesso capovolgendo il già complicato processo decisionale a Capitol Hill.

All’inizio della sua presidenza, Trump ha dato il via libera allo sforzo di abrogare l’Obama care e poi ha complicato il processo.

Dopo aver organizzato una celebrazione, quando la Camera ha approvato il disegno di legge di abrogazione e averlo salutato come un “grande piano”, in privato ha suggerito, ad alcuni senatori, che la misura della Camera era “cattiva”. Il disegno di legge alla fine è fallito al Senato.

Questo a dimostrazione del fatto che la classe politica, a qualsiasi latitudine, non si può scegliere al di fuori di un cursus honorum che possa creare una classe dirigente capace.

Elaine Kamarck, senior fellow della Brookings Institution e veterana della Clinton White House, ha affermato che Trump “è stato il più disinteressato nella legislazione di qualsiasi presidente dei tempi moderni”.

Negli ultimi mesi, mentre il coronavirus ha continuato a devastare il paese, Trump ha esercitato poca pressione sul Congresso affinché approvasse una seconda misura di soccorso all’economia. Interessandosi solo di distribuire più pagamenti agli americani con fondi inutilizzati dal primo pacchetto di aiuti, ordinando al Dipartimento del Tesoro di stampare il suo nome sugli assegni da $ 1.200 che l’IRS inviava.

Questa incapacità e scarsa conoscenza dell’iter legislativo, in ultima analisi, sono state la sua rovina nella rielezione ed oggi lo si nota ancor di più nelle strampalate cause e idee, come quella di venerdì scorso nella stanza ovale, di ordinare la legge marziale per rimanere in carica.