Liliana Ocmin: L’attenzione della Cisl alle politiche di genere tra contrattazione ed azione culturale

Il tema delle periferie sociali è uno degli assi portanti del Documento di discussione

Fonte “Conquiste del lavoro”

Il lavoro, la dignità nel lavoro ed il contrasto allo pseudo-lavoro restano per la Cisl questioni prioritarie per il riscatto di quanti vivono sulla propria pelle situazioni di sfruttamento e forme di schiavitù che ancora oggi si frappongono come ostacoli al naturale progresso civile della società e rischiano di riportarci indietro nel tempo. Un grande sindacato riformista come la Cisl – sono le parole della nostra Segretaria generale Annamaria Furlan in occasione del 69° anniversario dell’Organizzazione – che “continua a segnare con i suoi valori e le sue scelte libere ed autonome dalla politica le trasformazioni del nostro Paese”, non può distogliere lo sguardo e l’attenzione da queste realtà, da queste “periferie sociali”, dove povertà, emarginazione, discriminazione e disagio segnano profondamente la vita di tante persone, di lavoratrici e lavoratori, cittadini e cittadine, italiane e italiani, straniere e stranieri.

Il tema delle periferie sociali è uno degli assi portanti del Documento di discussione, presentato durante i lavori dell’ultimo Consiglio generale, per la prossima Conferenza nazionale organizzativa della Cisl che si terrà a Roma dal 9 all’11 luglio. Occorre rilanciare, dunque, il ruolo di prossimità della Cisl per essere sempre più presenti “in quelle periferie esistenziali – ha precisato Annamaria Furlan – che Papa Francesco ha indicato come le nuove frontiere della fraternità, dove il disagio è forte e la dignità delle persone è ogni giorno messa in discussione. Questo significa impegno contrattuale, formativo ed un investimento straordinario per aprire nuove sedi dove la povertà sfocia in disperazione”. Occuparsi delle “periferie” vuol dire aiutare chi è rimasto fuori o ai margini del mercato del lavoro. I giovani, ad esempio, in particolare coloro che rappresentano quella fascia di ragazzi e ragazze che non studiano, non lavorano e neanche lo cercano. Anche i migranti e le migranti, non solo in termini di inserimento lavorativo ma anche di integrazione e inclusione sociale. Nell’alveo delle periferie non mancano, purtroppo, le politiche di genere con le donne relegate spesso nelle aree del disagio, dello sfruttamento, della violenza e della discriminazione socio-lavorativa.

Come Coordinamento nazionale donne, facciamo nostro l’impegno della Cisl per rafforzare in questo senso l’azione concreta quotidiana a tutti i livelli, a partire da quello territoriale e locale, sviluppando alleanze con le diverse associazioni a noi più vicine culturalmente, così come stiamo continuando a fare in lungo e in largo per lo stivale con la Campagna contro la tratta e la prostituzione, in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni XXIII, con la Campagna informativa permanente contro le mutilazioni genitali femminili e con il gruppo di lavoro ad hoc, costituito in seno al Coordinamento, per prevenire e contrastare la violenza e le molestie nei luoghi di lavoro. La contrattazione, già orientata in questa direzione, può fare ancora di più, specie se sostenuta anche da processi formativi dedicati e finalizzati oltre che alla partecipazione femminile, come le “quote”, alla diffusione della cultura di genere, cominciando con la disseminazione di un linguaggio più attento e rispettoso dello stesso, a superamento del solito neutro-maschile.

Noi donne ne siamo sempre più convinte, le quote, anche se strumento non ideale, hanno avuto ed hanno il merito di “rompere” il muro dell’immobilismo sociale e professionale delle donne, ma manca ancora quel salto di qualità culturale, sia al nostro interno che all’esterno, in grado di guardare alla parità e alle pari opportunità non più come ad un obiettivo ma come ad un traguardo. Il linguaggio è un veicolo formidabile per modificare pensiero e comportamenti, perciò anche noi come sindacato dobbiamo dare il nostro contributo per superare tutte quelle “cattive abitudini” che di fatto alimentano stereotipi e discriminazioni rendendo “invisibili” le donne. A proposito di invisibilità femminile, se ne discuterà anche all’evento nazionale, organizzato dal gruppo di lavoro dell’ASVIS sulla parità di genere (Goal 5 Agenda ONU 2030), di cui fa parte la Cisl, che si terrà il prossimo 29 maggio a Roma.