L’impegno dei “liberi e forti” di Alessandria. Renato Balduzzi: “Entriamo nel merito dei problemi”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato finale dell’incontro tenutosi sabato 19 gennaio ad Alessandria. Nasce “Impegno Liberi e forti” (LeF).

Si ricordano in questi giorni i 100 anni dall’appello di don Luigi Sturzo “A tutti gli Uomini Liberi e Forti”, che, facendo seguito a quelli che erano stati i primi tentativi portati avanti nei primi anni del XX secolo da personaggi come Filippo Meda e Romolo Murri, inaugurava l’esperienza storica del cattolicesimo politico.
Pur in uno scenario così diverso, quell’appello risuona ancora.

Si sente, soprattutto, l’urgenza di ricostruire una prospettiva di ispirazione cattolica e democratica, ritrovando un’unità programmatica e di intenti aperta e aconfessionale, ma al tempo stesso capace di recepire e reinterpretare in chiave attuale la parte più feconda dei valori e dei principi che la storia del cristianesimo sociale e politico può offrire per immaginare e progettare il futuro del paese e dell’Europa. Non mancano i richiami in questo senso, a partire dal presidente della Conferenza episcopale italiana, che ha voluto consegnare una riflessione che lega proprio l’appello del lontano gennaio 1919 alla chiesa e a tutta la società civile italiana di oggi “perché possa ritrovare la via della concordia e della fraternità, e ogni uomo e ogni donna di questo Paese possa sempre veder riconosciuti i propri diritti nella solidarietà e nella giustizia”.

Come interpretare, dunque, l’attualità dell’appello di Sturzo? Da dove ricavare la forza di guardare in faccia la realtà ed essere liberi di non subirla? Come non dissipare le libertà del nostro tempo e non confondere la forza con rabbia o prepotenza?
A partire da queste domande un gruppo di alessandrini si è ritrovato in città per dare inizio a un percorso, che potrà incrociarsi con quello di altri gruppi di “Liberi e Forti” in Piemonte e in tutto il Paese, consapevoli che una rete di sensibilità e di disponibilità c’è già ed è diffusa sul territorio nazionale.

“Dobbiamo andare oltre i sentito dire e le apparenze, condividere le nostre esperienze di vita quotidiana, entrare nel merito dei problemi, con analisi e proposte concrete e precise, su almeno tre temi fondamentali: povertà e immigrazione; lavoro e sviluppo, ambiente”, ha detto Renato Balduzzi nelle conclusioni dell’incontro.

Si parte da un piccolo gruppo, ma con l’intenzione di essere inclusivi e dunque già in questa settimana la proposta di un “impegno di liberi e forti” sarà aperta all’adesione di quanti manifestino interesse, in vista di una prima convocazione tematica prevista per domenica 10 febbraio 2019. Questa iniziativa, infatti, non vuole creare contenitori o circuiti chiusi, né tantomeno mettersi in concorrenza con i vari tentativi di “fare rete nel mondo cattolico”. Non ha orizzonti di pochi mesi. Piuttosto, vuole partire dalle persone che sentono il dovere di mettersi in gioco e di dare prova di un nuovo esercizio della cittadinanza, della partecipazione democratica e del concorso alla valorizzazione dei tanti mondi vitali esistenti, animando un percorso aperto a tutti coloro che ne condividano l’ispirazione e abbiano la voglia di scoprire o riscoprire l’impegno a raggiungere chi, per tante ragioni, si sia scoraggiato o non riesca a trovare atteggiamento alternativo alla sfiducia, al rancore, al mugugno.

C’è bisogno, hanno sottolineato diversi interventi, di ricucire fratture oggi palpabili tra generazioni, categorie, e altri gruppi. Mondi che fanno fatica a parlarsi, a trovare punti di sintesi e forme di cooperazione, solidarietà. Da qui si può partire per ridare senso a una storia e alimentare la speranza per tante donne e uomini che oggi, pur nell’era dei navigatori satellitari, si sentono disorientati e “senza bussola”.
Solo insieme, si può.