Da un’ora dopo il parto e per almeno sei mesi. E se si può, meglio fino ai due anni del bambino. Allattare un neonato al seno è un gesto che, oltre a creare le basi del suo rapporto con la mamma, rappresenta un’opportunità per difendere la sua salute.

Per un neonato non c’è alimento migliore del latte della sua mamma, all’interno del quale ci sono tutte le sostanze essenziali per assicurargli la crescita.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità invita le donne a portare avanti l’allattamento anche fino ai due anni (o comunque fino a quando la mamma e il figlio lo desiderano). Più ragionevolmente, andrebbe bene arrivare quanto meno al primo compleanno del bambino.

Così facendo, come documentato da uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, si garantirebbe una protezione contro le infezioni che andrebbe ben oltre il periodo di allattamento e durerebbe in molti casi per tutta la vita. Merito del trasferimento di cellule del sistema immunitario in grado di «educare» i più piccoli nei confronti delle infezioni avute dalle mamme. Un motivo in più, dunque, per incoraggiarle a non rinunciare a questa abitudine.

Ad aiutarle, secondo gli esperti, potrebbero essere innanzitutto le donne già passate da questa esperienza. Come? Attraverso il counseling telefonico, che secondo uno studio pubblicato sulla rivista EClinicalMedicine può far crescere la quota di mamme che allattano esclusivamente al seno nei primi sei mesi di vita.