L’opinione pubblica è ancora distratta. Inizia adesso, però, una fase politica delicata. Occorre molta responsabilità.

La preparazione delle liste per le amministrative del prossimo 3 ottobre non ha innescato un interesse particolare da parte della pubblica opinione. Intanto, dopo il voto locale, saffaccia la scadenza di un voto veramente decisivo, quello per il Presidente della Repubblica. A riguardo, non si possono lanciare candidature a caso, senza una adeguata motivazione.

 

In politica si amministra anche il tempo. Ha un grande peso nel valutare strategie e tattiche; confondere le une con le altre comporta spesso sconvolgere piani con rischi di sconfitte. Si avvicinano date che stanno effettivamente scompaginando le idee, a scapito della chiarezza di rapporto con gli elettori. In ottobre elezioni amministrative in grandi città, Roma, Milano, Napoli, Torino; a febbraio lelezione del Presidente della Repubblica e nel 2023 le elezioni politiche generali. Tutto il dibattito fra le forze politiche è condizionato dalla seconda scadenza ed è irrazionale, perché comporta poco rispetto istituzionale nei confronti di Sergio Mattarella cui viene continuamente chiesto di prolungare il mandato solo perché i partiti giocano a scacchi nellattesa di sistemare tutte le loro pedine.

Non si può strumentalizzare la più alta carica dello Stato a fini di interessi di partito, per aspettare Godot/Draghi che, invece, sarebbe interesse degli Italiani, e quindi dovrebbe esserlo anche dei partiti, che rimanga a palazzo Chigi fino alla conclusione naturale della legislatura (una intelligente Grossekoalition lo manterrebbe fino al 2026, perché chi governerà in seguito si troverà completato il PNRR). E in questo senso nessuna tessera dellattuale governo dovrebbe essere rimossa, pena muovere pedine che inficerebbero il cammino delle prime attuazioni del PNRR.

Si vedrà quanto venga prima il bene pubblico invece degli interessi di bottegadei partiti, sfilando qualche ministro dal governo per qualche incarico considerato strategico (per il partito!). Sgradevole anche il totocandidati: si citano candidati – quasi fosse promozione di prodotti – che non vedremo eletti (tutti maschi mai citate le donne ed è un bene che non vengano strumentalizzate!). E comunque la storia recente conferma che il Parlamento, quando estata lora di decidere, non ha sbagliato nella scelta degli ultimi Presidenti. Mi viene da aggiungere che meno male non esiste lelezione diretta del Presidente della Repubblica! Ricordate che tipi erano quei personaggi di cui di tempo in tempo si è infatuata lopinione pubblica? Avremmo rischiato di vederli insediati al Quirinale.