Italia Green, libro scritto da Marco Frittella – storico conduttore  del TG1, da poco passato a Uno Mattina – è un saggio del 2020 edito dalla RAI che descrive la situazione del mondo green italiano e lancia alcuni importanti spunti per il futuro. Qui di seguito riportiamo una sintesi di quanto è contenuto nell’opera.

Oramai siamo in un’economia lineare, ovvero estraiamo i materiali, produciamo prodotti e infine li consumiamo. Ecco perché ultimamente si sta facendo strada l’idea dell’economia circolare: un prodotto viene progettato e realizzato per durare a lungo ed essere poi riciclato per dar vita a qualcos’altro. La capitale e il Mezzogiorno non si comportano a tal proposito bene come il Nord, va notato, però molti passi in avanti ci sono. I capisaldi italiani sono: le rinnovabili (come la produzione di biogas), il risparmio d’acqua, l’utilizzo di biopolimeri, utilizzabili per produrre plastica.

I “lavori verdi” in Italia occupano il 13% delle persone, ovvero circa 3 milioni di individui. Molte sono le aziende che spingono sulle rinnovabili, ma sono importanti soprattutto quelle che convertono gli oli industriali per convertirli e fare dei nuovi carburanti.

Per quanto riguarda la plastica, essa è un’invenzione di Giulio Natta, Nobel per la chimica del 1953. Molta plastica purtroppo finisce negli oceani e nei mari, tanto che si è stimato che ognuno di noi ogni anno ingoia circa 10 carte di credito. Il governo italiano ha dichiarato inoltre di voler essere il primo a recepire nei tempi più brevi possibili la direttiva Ue del 21 maggio 2019 che vieta dal 2021 buona parte delle plastiche usa-e-getta. Invece venticinque anni fa, a Novara, un gruppo di pionieri della chimica verde ebbe l’idea per la prima volta al mondo di produrre una plastica coi vegetali, una plastica che si elimina come un qualsiasi avanzo di cucina: stiamo parlando della bioplastica, oggi molto usata nell’economia circolare.

Le auto elettriche sono il futuro, e un esempio di mobilità la offre Milano, per tante ragioni capofila del Paese. Per quanto riguarda l’elettrificazione, infatti la città mette a disposizione oltre alle quattro linee della metropolitana, anche 3000 auto condivise di cui un terzo elettriche, 4650 biciclette a pedalata assistita e 12 mila in forma free floating. Milano si è impegnata a far sì che le Olimpiadi del 2026 siano ad impatto zero e completamente carbon free. Ma non c’è solo Milano: anche Lucca sta portando avanti con la sua ENEL X delle stazioni di ricarica elettrica. Purtroppo, il sud zoppica, come ben si può comprendere, e anche Roma.

Si stima che nel 2040 sarà elettrica metà delle auto elettriche vendute. L’innovazione elettrica dei trasporti sta per rivoluzionare la nostra stessa idea di mobilità: l’auto sarà sempre meno una proprietà esclusiva e sempre più un servizio in sharing come già sta accadendo nelle aree metropolitane più importanti.

In futuro ci saranno meno automobili, il 20-30% di quelle circolanti oggi, e saranno elettriche: in compenso ci sarà molta più ‘micro-mobilità’, ovvero quella mobilità assicurata dalle bici, dagli scooter e dai monopattini elettrici. Nelle smart city le auto sapranno grazie ai sensori dell’intelligenza artificiale quando sarà il loro turno per passare in sicurezza. Vi saranno anche auto condivise, cosicché un’auto sola sostituirà cinque vetture private. Gli algoritmi dell’intelligenza artificiale saranno in grado di garantire maggiore sicurezza per chi è a bordo e per i pedoni e i ciclisti.

L’agricoltura italiana è la più green d’Europa, da tempo in cammino verso la transizione energetica. Da noi quasi due milioni di ettari sono coltivati a biologico, e la percentuale è in costante aumento, fruttando quasi 6 miliardi l’anno. L’Italia è l’unico Paese ad avere oltre ad una diversità di qualità di vini invidiabile, anche una grande biodiversità sia vegetale che animale. In Italia i residui chimici riscontrati sono tre volte al di sotto della media Europea, mentre l’uso dei fitosanitari è diminuito del 26%. Siamo anche il Paese con più imprese guidate da under 35.A due passi da Ferrara l’insediamento storico di Jolanda di Savoia pratica il precision farming, un sistema di fare le cose appunto con precisione, sintetizzando per esempio le sostanze che servono oppure irrigare quando è giusto farlo.

L’oro blu del futuro diventerà invece l’acqua. Nell’azienda vinicola trentina di Giuliano Preghenella si è sperimentato l’utilizzo di sensori di umidità e stazioni meteo i cui dati vengono raccolti tramite una rete a basso consumo energetico e ad ampia copertura e immagazzinati in sicurezza su una piattaforma IOT attraverso la quale vengono poi processati, interpretati e preparati alla visualizzazione tramite pagina web sul cellulare.

Il Bosco Verticale di Milano progettato da Stefano Boeri: due torri di circa ottanta e centododici metri, letteralmente coperte da 8000 alberi e migliaia di arbusti e piante perenni, divenuto simbolo della Milano Expo. Boeri sta esportando il suo progetto in tutto il mondo, tanto che al Cairo vuole piantare una foresta orbitale con dei corridoi verdi che penetrino fin dentro la città. A Bolzano nel 2002 fu fondata la prima agenzia indipendente per la certificazione ecosostenibile degli edifici. Norbert Lantschner diede vita a “Casa Clima”, una casa di nuova generazione: risparmio energetico, impatto sulla salute, benessere delle persone.

Diamo conto, di seguito, delle tracce relative ad alcune interviste che completano il libro di Frittella.

Intervista a Stefano Ciafani

Qual è stata negli ultimi anni la maturazione dell’ambientalismo italiano?

  • Il movimetnto ambientalista è sorto in Italia negli anni Sessanta e Settanta, e quando nel 1980 nacque Legambiente essa cercò di riposizionare i temi ambientali mettendo al centro l’essere umano e dando vita ad una diversa modalità di fare ambientalismo fondata su solidi basi scientifiche. Nell’ambientalismo italiano c’è ancora una forte idea conservazionista, mentre l’idea di un ambientalismo scientifico e pragmatico è diventata maggioritaria nel sentire comune dei cittadini come l’unica modalità con cui l’ambientalismo può avere un futuro. In Italia però purtroppo c’è sempre quell’ambientalista che dice sempre no, che poi è quello che fa parte dell’antipolitica e del populismo.

La Fater stava per andare all’estero perché non riusciva a superare il contenzioso con la regione Veneto sulla commercializzazione della “materia prima seconda” derivante dal riciclo dei pannolini.

  • Per commercializzare il derivato del riciclo serve un provvedimento end of waste, ma mentre negli altri Paesi si contano decine di decreti del genere ogni anno, noi ne abbiamo visto approvare uno solo dopo cinque anni.

Perché?

  • Perché i processi burocratici sono eccessivi.

Ettore Prandini

Colpisce questo processo dopo decenni in cui in Italia l’agricoltura è stata considerata un settore economico residuale

  • La biodiversità della Val Padana è un bene da tutelare, e quindi bisogna continuare a investire nel Made in Italy e puntare sulla distintività, senza copiare ciò che è peggio. C’è però una speranza: molti giovani tornano alla terra, e infatti ci sono oltre 56mila aziende condotte da under 35. Occorre quindi puntare su di loro, che a loro volta sono spinti verso l’internazionalizzazione.

Come si combatte la contraffazione del prodotto Made in Italy così diffusa nel mondo?

  • La lotta alla contraffazione è doverosa perché ogni anno si sottrae al nostro Paese un valore di oltre 100 miliardi di euro, più del doppio dell’export del vero agroalimentare Made in Italy. Quando c’è contraffazione la qualità del prodotto è bassa o scadente o addirittura presenta problemi di carattere sanitario. Si è documentato che il giro delle agromafie vale 25 miliardi di euro.

Ermete Realacci

Parliamo del Manifesto di Assisi promosso dalla fondazione Symbola e da altri soggetti significativa della società italiana si intitola: “Un’economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”. Si può definire un obiettivo di ambientalismo umanistico. È così?

  • La prospettiva del “Green New Deal” imboccata dalla Commissione Europea può mettere in moto le migliori energie per progettare un’economia e una società più a misura d’uomo. Il messaggio del Manifesto vuol essere popolare come lo è il francescanesimo, ma la percezione del pericolo climatico deve accompagnarsi a una speranza concreta, a un obiettivo ambizioso ma raggiungibile.

Tuttavia, bisogna considerare che la transizione verso un’economia sostenibile non sarà affatto una passeggiata: si pagheranno dei prezzi sociali…

  • È importante, per dirla con la Laudato Si’ di Papa Francesco, combattere la cultura dello scarto, creare gruppo e non far calare dall’alto la rivoluzione ecologica, altrimenti il popolo si ribella. Se si ha un’identità forte ci si apre, mentre quando l’identità è indebolita o impaurita costruisci muri.