Non è stato solo il discorso di fine anno che ha raggiunto il massimo di share durante il suo  mandato. E questo perchè l’intervento di Sergio Mattarella del 31 dicembre 2020 passerà alla  storia dei discorsi dei Presidenti della Repubblica nella lunga e travagliata vicenda democratica  del nostro paese. E questo per tre motivazioni, tra le molte che si potrebbero evidenziare. 

Innanzitutto la serietà e lo stile di Mattarella. Mai sopra le righe, mai banalmente retorico e,  soprattutto, mai solo formale o protocollare. Uno stile sobrio, appunto. Volutamente asciutto ed  essenziale ma vero perchè autentico. Ma anche uno stile ispirato alla forte responsabilità  istituzionale e al “senso del dovere” di morotea memoria che nei momenti più drammatici della  storia del nostro paese emergono dalla palude del conformismo e del vittimismo. 

In secondo luogo il forte accento sull’essere “costruttori” e protagonisti di una nuova stagione  politica che si profila all’orizzonte. Un richiamo e una responsabilità che vale per tutti, nessuno  escluso. E il discorso di Mattarella, su questo versante, è stato semplice ma vibrante. Cioè ha  lanciato un messaggio alto capace di scuotere le coscienze senza abbandonarsi a richiami  burocratici o di circostanza. Lo impone il momento drammatico che stiamo attraversando e  vivendo ma lo richiede anche e soprattutto questa precisa fase storica. E cioè, alla vigilia di una  necessaria e non più procrastinabile fase di “ricostruzione” economica, morale, politica e anche  morale, la responsabilità della politica – maggioranza e opposizione -, del Governo e di tutti gli  attori sociali e culturali deve essere all’altezza. Senza reticenze e senza ipocrisie. E Mattarella è  riuscito a toccare questa corda che resta il nervo scoperto della fase che ci coinvolge tutti. 

In ultimo, e per fermarsi a queste sole tre considerazioni, ritrovare il senso dell’”unità morale e  civile degli italiani”. Pur senza “annullare le diversità di idee, di ruoli, di interessi ma per realizzare  quella convergenza di fondo che ha permesso al nostro paese di superare momenti storici di  grande, talvolta drammatica difficoltà”. Ecco, in questo forte richiamo all’unità pur senza  cancellare o ridimensionare il pluralismo politico che storicamente caratterizza la nostra società e  la nostra cittadella politica, risiede la vera sfida a cui siamo chiamati a dare una risposta concreta  e il più possibile efficace. E Mattarella ce lo ha ricordato con pacatezza ma con fermezza.  

Ecco perchè l’intervento del nostro Presidente della Repubblica è destinato ad entrare nella storia.  Per il momento drammatico in cui l’ha pronunciato, indubbiamente, ma soprattutto per i contenuti  che ha trasmesso. E, non ultimo, parole che provengono da una persona che si è contraddistinta  in questo suo alto magistero per la sua credibilità morale, politica ed istituzionale. Elementi  decisivi e qualificanti quando si deve richiamare un intero popolo ad assumersi una forte e quasi  inedita assunzione di responsabilità per “ripartire” e “ricostruire” il nostro paese.